[in-còn-di-to]
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SIGN
Privo di grazia, scomposto, grossolano
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voce dotta
recuperata dal latino tardo [inconditus] 'scomposto, disordinato',
derivato di [cònditus], participio passato di [còndere] 'ordinare,
comporre', con [in-] negativo.
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Davanti a questa parola si hanno tutta l'emozione e le
perplessità che si possono avere davanti a una parola ricercata,
dotta, letteraria (che significato penetrante, ma la userò
mai?). Eppure alcuni suoi parenti li conosciamo bene:
qualcuno addirittura
fa parte del nostro lessico fondamentale, e alla fine
l'incondito è una parola più nostra di quanto ci potrebbe parere di
primo acchito.
Il verbo latino còndere era (è) un verbo enorme. Un suo
significato famoso è quello di 'fondare una città'
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Wednesday, November 27, 2019
incondito bigotto
OSCURANTISMO CINICO
L’orda barbarica dei nuovi cinici. Un patto semi-inconscio lega bugiardi e ingannati. Il tramonto della verità secondo il filosofo Sloterdijk
di Carmine Castoro
Cultura
Quando c’è una deliberata volontà di ingannare il prossimo e di
seminare il suo percorso conoscitivo di inciampi e sprofondi siamo di
fronte alla classica bugia. Ma l’uomo è anche naturalmente preda di un
regime delle apparenze che lo allontana spesso dall’apprensione della
verità: questo è l’errore, nel senso del cammino erratico senza un
porto, senza un traguardo saldo, garantito invece da ancoraggi
metafisici di cui, nei credi religiosi e teo-politici, si fanno
portavoce i “pochi”, gli eletti, quelli pronti ad immolarsi per
riportare in terra la luce della rettitudine e dell’obbedienza
all’Eterno.
Ma poi c’è un terzo livello, un patto semi-inconscio che unisce il mendace e l’ingannato, in una spasmodica ricerca di “idoli suggestivi” che convergono in “illusioni edificanti”. Ecco avanzare “l’onda dell’oscurantismo cinico” che fa a meno di ogni utopia, usa ogni frusta per imporre modelli che si elidono a vicenda e la spregiudicatezza amorale meno incline al dubbio solo per affermare se stesso in una lotta continua al sistema fintamente impavida, ma in fin dei conti auto-protettiva e auto-remunerativa.
Dobbiamo a Peter Sloterdijk, una delle personalità filosofiche contemporanee più eminenti a livello mondiale, e a questo suo nuovo gustosissimo pamphlet Falsa coscienza. Forme del cinismo moderno (Mimesis, pagg. 58, euro 5), l’icastica trigonometria che ci fa scremare il tema generalista e sdoganato del fake trovando sedimentazioni storiche e teoretiche interessantissime, già anticipate sin dagli anni ‘80. Se è vero, insomma, che il popolo vuole essere ingannato, lo farà oggi predisponendosi a qualsiasi pseudo-certezza che gli arrivi dall’alto di governanti senza morale.
E anche dal basso di una forza sfrontata, ugualmente priva di idealismi e sensi di colpa, che sa di sopravvivenza in un’epoca che Sloterdijk vede segnata dalla retorica terroristica, dall’ondata delle fosforescenze internettistiche dove “essere e presenza mediatica” sono tutt’uno e “il valore di verità di un contenuto postato on line è inversamente proporzionale al numero dei suoi recettori”, e da un populismo dilagante che assolve tutti dal parlare e dal rivendicare senza regole precise. Per cieca rabbia. Deposti i saperi figli del periodo fra le due Guerre dove il “nemico” c’era ed era oggettivo, il Cinismo scende in campo e si auto-pone con la follia del rivoluzionario, la trascendenza parodistica del surrealista e la volontà di potenza dell’impostore senza scrupoli e senza missioni. Vi viene per caso da pensare a qualche ducetto mangia-nutella o a qualche tele-santa del gregge realitystico?
Ma poi c’è un terzo livello, un patto semi-inconscio che unisce il mendace e l’ingannato, in una spasmodica ricerca di “idoli suggestivi” che convergono in “illusioni edificanti”. Ecco avanzare “l’onda dell’oscurantismo cinico” che fa a meno di ogni utopia, usa ogni frusta per imporre modelli che si elidono a vicenda e la spregiudicatezza amorale meno incline al dubbio solo per affermare se stesso in una lotta continua al sistema fintamente impavida, ma in fin dei conti auto-protettiva e auto-remunerativa.
Dobbiamo a Peter Sloterdijk, una delle personalità filosofiche contemporanee più eminenti a livello mondiale, e a questo suo nuovo gustosissimo pamphlet Falsa coscienza. Forme del cinismo moderno (Mimesis, pagg. 58, euro 5), l’icastica trigonometria che ci fa scremare il tema generalista e sdoganato del fake trovando sedimentazioni storiche e teoretiche interessantissime, già anticipate sin dagli anni ‘80. Se è vero, insomma, che il popolo vuole essere ingannato, lo farà oggi predisponendosi a qualsiasi pseudo-certezza che gli arrivi dall’alto di governanti senza morale.
E anche dal basso di una forza sfrontata, ugualmente priva di idealismi e sensi di colpa, che sa di sopravvivenza in un’epoca che Sloterdijk vede segnata dalla retorica terroristica, dall’ondata delle fosforescenze internettistiche dove “essere e presenza mediatica” sono tutt’uno e “il valore di verità di un contenuto postato on line è inversamente proporzionale al numero dei suoi recettori”, e da un populismo dilagante che assolve tutti dal parlare e dal rivendicare senza regole precise. Per cieca rabbia. Deposti i saperi figli del periodo fra le due Guerre dove il “nemico” c’era ed era oggettivo, il Cinismo scende in campo e si auto-pone con la follia del rivoluzionario, la trascendenza parodistica del surrealista e la volontà di potenza dell’impostore senza scrupoli e senza missioni. Vi viene per caso da pensare a qualche ducetto mangia-nutella o a qualche tele-santa del gregge realitystico?
Tuesday, November 26, 2019
GRIMORIO RESTIO ZECCA...
[gri-mò-rio]
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SIGN
Libro magico, manuale per evocare demoni e spiriti; libro esoterico
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probabilmente attraverso l'inglese, dal francese [grimoire], da [grammaire] 'grammatica', ma anche 'incantesimo'.
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Parola fra le più serie, e auliche, e forte di una suggestiva
storia millenaria... ma non in italiano. Può stupire, ma non si trova
registrata sui dizionari, e il suo uso, oggi largo e diffuso, non ha più
di una ventina d'anni, con qualche sporadico precedente in traduzioni
dall'inglese e dal francese
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