Parola fra le più serie, e auliche, e forte di una suggestiva
storia millenaria... ma non in italiano. Può stupire, ma non si trova
registrata sui dizionari, e il suo uso, oggi largo e diffuso, non ha più
di una ventina d'anni, con qualche sporadico precedente in traduzioni
dall'inglese e dal francese
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SIGN
Di animale da tiro o da soma, che non
vuole procedere; di qualcuno, che è riluttante a fare qualcosa
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dal latino [restare] o [resistere].
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Questa parola ha una sorte interessante. Infatti i caratteri dell'immagine da cui parte vengono profondamente trasformati nell'uso che ne facciamo di solito.
È
una voce ereditaria, che ci arriva per via popolare dall'antico latino
parlato. Si tratta probabilmente del risultato di una derivazione
alterata da restare o, secondo alcuni, da resistere.
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SIGN
Acaro ematofago vettore di diverse
malattie; stabilimento statale dove si stampano banconote, si coniano
monete, si producono valori bollati
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nel primo
significato, dal longobardo [zëkka], legato ad una radice di ceppo
germanico occidentale [tik] che significa ‘pungere’; nel secondo
dall’arabo [sikka] che significa ‘conio, stampo per battere monete’.
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Di zecche ne esistono due. La prima è perniciosa e minuscola ed il suo nome proviene dal longobardo zëkka e
se la trovi addosso al tuo cane bisogna far bene attenzione a staccarla
con delle pinzette speciali. La sua prima attestazione in italiano
risale al XIII secolo. Interessante notare come in tedesco la parola sia così simile a quella italiana, zecke. C’è questa radice germanica, tik, che è associata al verbo ‘pungere’ e che ha avuto un’interessante diffusione: ha dato infatti vita a zecke in tedesco, zecca in italiano, tique in francese, tick
in inglese; non stupisce, visto che nel passato questo minuscolo essere
è stato causa di alcuni dei più micidiali flagelli come il tifo, la
febbre
tifoide, encefaliti… tutte le lingue unite contro quel fatale morso
della creaturina ematofaga! La seconda zecca, invece, riguarda il denaro
e, come molti termini antichi legati al commercio e agli scambi, ha
origine araba. La sua radice è s – k – k.
Questa
parola in particolare è entrata in italiano grazie alla dominazione
araba in Sicilia: già in documenti del XIII secolo compare infatti il
termine ‘sicla’, usato per indicare l’edificio dove si battevano monete.
Il passo da ‘sikka’ a ‘sicla’ è ancora sotto esame da parte degli
accademici, in ogni caso la parola si diffuse piano piano nella
penisola, salendo in latitudine fino ad arrivare in Toscana nel XIV
secolo. Oggi la usiamo sia per indicare il luogo fisico dove il denaro è
prodotto, sia in espressioni un po’ cristallizzate come ‘nuovo di
zecca’ o ‘oro
zecchino’. Lo zecchino fu una moneta d’oro battuta a Venezia,
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SIGN
Antologia di scritti significativi di
uno o più autori; raccolta di scritti scientifici in onore di un autore
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voce dotta
recuperata dal greco [syllogé] 'raccolta', derivato di [syllégo]
'raccogliere insieme', composto da [syn] 'insieme' e [légo]
'raccogliere'.
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Questa parola appartiene a un registro davvero molto elevato. In
realtà è in buona compagnia di sinonimi aulici —
dal florilegio
alla crestomazia —
ma rispetto a questi, che sono tutto sommato desueti, si
è ricavata delle nicchie molto interessanti.
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SIGN
Strumento che punisce con efficacia e
rimette in riga, specie un bastone; persona che con dura autorità sa
piegare all'obbedienza
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composto dall'imperativo di [castigare] e da [matto].
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Nel leggere i significati di questa parola sorgono delle
perplessità. Il riferimento ai matti è evidente, quindi il fatto
che moltissimi dizionari, anche di pregio indiscusso, affermino che
in primis si tratta del bastone che veniva usato nei
manicomi per domare
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