Melania Rizzoli
FIDUCIA
Poche
dimensioni psicologiche sono così vitali, così fruttifere, così
indispensabili e allo stesso tempo così complesse e insidiose come
fidarsi di un'altra persona. La fiducia è il collante che consolida
tutte le relazioni importanti, le migliori amicizie, i grandi amori, i
rapporti di lavoro o i legami familiari, e si esercita con le persone
nelle quali depositiamo una parte di noi stessi, ed alle quali affidiamo
quella più intima, custodita gelosamente nella nostra anima.
La
fiducia però risiede in forma implicita e irrazionale, anche in gran
parte delle attività che svolgiamo in modo automatico ogni giorno, come
fidarsi dell'autista del taxi sul quale saliamo, del medico al quale
affidiamo la nostra salute o dei funghi potenzialmente velenosi che
consumiamo al ristorante, in una sorta di armonico equilibrio
essenziale, che compensa le insidie e il caos della vita quotidiana.
È
anche vero che, in misura maggiore o minore, una certa dose di sfiducia
è sempre presente dentro di noi, una caratteristica dell'essere umano
che ha un'utilissima funzione protettiva, per non essere colti di
sorpresa o almeno per essere pronti a reagire, ed è un dato di fatto che
è raro incontrare qualcuno che si fida ciecamente di tutto e tutti,
come al contrario qualcuno totalmente sfiduciato.
FIDUCIA
D'altronde
noi siamo il frutto di una lunga e lenta evoluzione dei nostri
comportamenti, che nei secoli hanno sviluppato nel nostro io la paura e
la diffidenza per evitare pericoli, inzeppandolo di una lista infinita
di fobie, più o meno evidenti, ma ciò che spaventa di più però, non ha a
che fare con situazioni pericolose od animali repellenti, ma con il
timore di essere feriti, traditi o umiliati, e da queste paure
inafferrabili tentiamo di difenderci ogni giorno, appunto, non
fidandoci.
ASSENZA DI FIDUCIA
Noi
umani siamo esseri sociali per natura, siamo fatti per legare con altri
individui, spesso per fidarci di loro, poiché, se così non fosse, se
percepissimo la nostra realtà attraverso una costante diffidenza,
incertezza o paura, cadremmo in una sorta di nevrosi spaventosa, in una
serie di disturbi psicologici a causa dei quali non sarebbe possibile
svolgere nessuna attività, perché la diffidenza ci "sconnette" dalla
vita, ci allontana dalla realtà, e qualunque tradimento o delusione
verrebbe interpretato dal nostro cervello come una ferita reale,
profonda, dolorosa e duratura.
L'ossitocina
La
scienza riconosce che l'ossitocina, l'ormone del benessere, sarebbe in
realtà l'autentico collante delle nostre relazioni sociali, ed è la
molecola vitale che forma il vincolo della fiducia, che ci fa essere
generosi e che interpreta i gesti a noi rivolti come positivi e
favorevoli, andando a stimolare una precisa area encefalica, la
corteccia prefontale mediale, associata alla ricompensa ed alle emozioni
positive. È stato dimostrato infatti come, quando si subisce un
tradimento della fiducia, parte di questa attività neurobiologica si
alteri completamente, perché le sofferenze emotive stimolano le stesse
aree del dolore associate ad una sofferenza fisica.
FIDUCIA
Quello
della fiducia è forse il tema più importante quando si parla di
relazioni, siano esse amorose, di conoscenza o di amicizia, poiché la
fiducia che riusciamo a ricevere od a porre in un rapporto è un ottimo
"termometro" della qualità della relazioni stessa. Quando diversi anelli
della catena fiduciaria che legano due persone si spezzano uno dopo
l'altro, per bugie, menzogne, tradimenti o ipocrisie, diventa
difficilissimo recuperare il rapporto rovinato da strappi non più
ricucibili.
ASSENZA DI FIDUCIA
Molto
però dipende dal carattere, dalla personalità, dall'istinto,
dall'equilibrio psicologico e dalla storia familiare di ciascuna
persona, perché coloro che non si fidano mai degli altri galleggiano in
un disturbo psicologico costante, sono convinti che tutti siano
mentitori, ingannatori, o approfittatori, e che si comportino così per
ferire, per trarre godimento dal recare danno, oppure per semplice
egoismo ed indifferenza. Le persone sfiduciate covano l'intima
convinzione che le relazioni di amicizia o d'amore siano da diffidare,
in quanto preludio all'inganno, alla delusione o al tradimento, poiché
considerano rari o inesistenti coloro che possono avere intenzioni
oneste, essere sinceri e curarsi dei sentimenti altrui.
Equilibrio psicologico
FIDUCIA
Le
persone che non si fidano hanno la tendenza ad essere sempre
ipervigili, ad analizzare con un retropensiero ogni comportamento
favorevole a loro riferito (per quale motivo lo avrà fatto?) ed alla
lunga queste persone vengono ghettizzate socialmente poiché i loro
atteggiamenti di sospetto producono solo fastidio negli altri e danni
relazionali anche importanti, con rotture di rapporti spesso insanabili.
Chi vede potenziali nemici ovunque tende ad auto-isolarsi (io non ho
bisogno di nessuno), evitando qualunque tipo di relazione sincera
personale, intima o sociale, entrando in uno stato di deprivazione
sensoriale che priva appunto il cervello di stimoli (positivi o
negativi) del quale è invece sempre affamato, ed in mancanza dei quali,
per colmarne l'assenza, esso stesso li crea autonomamente a livello
delle sinapsi per essere continuamente eccitato, facendo insorgere
fobie, ossessioni, compulsioni e manie di persecuzione.
FIDUCIA
L'isolamento
sensoriale spiana la strada alla depressione, allo scadimento delle
relazioni, alla solitudine dell'anima, aumentando l'ansia, spesso
mascherata e compensata da una iper attività lavorativa, quotidiana ed
ossessiva, un inutile e puerile tentativo di colmare il vuoto creato
dall'assenza delle gratificazioni fisiche e morali delle connessioni
fiduciarie con il prossimo.
In
realtà la sfiducia non è sempre così estrema, e non è sempre
patologica, ma è anche vero che non si può generalizzare, «fidarsi è
bene ma non fidarsi è meglio», perché la fiducia dovrebbe dipendere da
caso a caso, in quanto di alcune persone è bene non fidarsi, mentre di
altre sarebbe un atto controproducente non farlo.
Tutti
abbiamo provato in prima persona che sapore hanno le emozioni che
emergono da una delusione, e la disgregazioni di quel bene prezioso che
pensavamo fosse indistruttibile e duraturo resta a lungo una bruciatura
scottante, al punto da sviluppare un auto-risentimento o senso di colpa
per essersi fidati. Ma fidarsi è una necessità istintiva del nostro
cervello che crea benessere interiore, ed è necessario capire che la
fiducia è un atteggiamento verso la vita in generale, non verso alcune
persone in concreto, ed è più attiva ed efficace nelle persone positive,
quelle consapevoli che vivere comporta quotidianamente certi rischi
(quello che oggi sembra sicuro, domani potrà essere incerto).
OTTIMISMO
FIDUCIA
Gli
psicologi cognitivi ci dicono che la fiducia è alla base
dell'ottimismo, il vero motore del benessere personale, talmente
speciale da non sentire il bisogno di sapere tutto dell'altra persona,
perché appunto ci si fida in modo consapevole, spesso applicando un
filtro basato sull'esperienza ove non regni l'esigenza di un ferreo
controllo per riaffermare il vincolo di fiducia.
Le
persone ottimiste e positive infatti sono sempre le più fiduciose,
anche perché sanno che senza la fiducia non si va mai molto lontano, e
la coltivano ogni giorno nei propri contesti professionali e
relazionali, alimentandola con cura, mentre la sfiducia delle persone
pessimiste da secoli distrugge i governi più potenti, le leadership più
influenti, le più grandi amicizie, i caratteri più forti e gli amori più
profondi. E la maggior parte delle volte sottovalutare i sentimenti, le
ragioni e le motivazioni che sono alla base di un rapporto di fiducia
significa distruggerlo per sempre, salvo poi, troppo tardi, accorgersi
che non ne valeva proprio la pena.