I rilievi della Crusca. Ceretta al linguine e cortelli affilati, ecco gli errori di grammatica più comuni
Oltre alle regole
dell’Accademia della Crusca, svarioni e inesattezze sono stati raccolti
In occasione della settimana della lingua italiana nel mondo, ecco i
risultati più buffi di un’inchiesta sull’uso del nostro idioma
Non solo Crusca
Non solo i rilievi dell’Accademia della
Crusca, che arrivano puntuali a mettere i confini della correttezza
della nostra lingua. Gli errori di grammatica più comuni sono oggetto di
studio da diverso tempo. Qualche mese fa, in occasione della Settimana
della lingua italiana nel mondo, il sito Libreriamo.it ha condotto
un’indagine per capire quali sono i principali errori grammaticali che
commettono gli italiani su un campione di circa 8.000 persone di età
compresa tra i 18 e i 65 anni. L’indagine è stata realizzata con la
metodologia WOA (Web Opinion Analysis), cioè attraverso un monitoraggio
online sulle principali testate di settore, social network, blog, forum e
community dedicate al mondo della cultura e su un panel di 30 esperti
tra sociologi e letterati . Ecco i principali inciampi rilevati:
Il congiuntivo questo sconosciuto
«L’importante è che ho superato l’esame».
Siamo sicuri? Chi parla infatti non supera l’esame di grammatica perché
avrebbe dovuto usare il congiuntivo: «L’importante è che io abbia
superato l’esame». L’uso dell’indicativo al posto del congiuntivo è un
errore molto diffuso: lo fanno il 69 per cento degli intervistati.
Gli o le?
«Gli ho detto che era molto bella». Ahi
ahi, era meglio tacere in questo caso: non perché la signora non
meritasse un complimento alla sua femminilità ma perché avrebbe
richiesto l’uso del pronome «le». I pronomi tradiscono (e vengono
traditi) dal 65 per cento degli intervistati.
Evaquiamo l’edificio
«Bisogna evaquare l’edificio»: se è così,
meglio correre. Salvare delle vite umane è più importante che salvare la
grammatica. Poi però magari, quando l’allarme sarà rientrato,
rimettiamo la c al posto della q, per favore. In questo modo avremo reso
un servizio profiquo (no, no no: proficuo con la C!) alla lingua
italiana. L’uso della C al posto della Q e viceversa è un altro errore
molto diffuso (58 per cento)
Qual’è o qual è?
Qual’è l’errore più comune? Questo. Lo
commettono tre italiani su quattro fra quelli intervistati (il 76 per
cento). «Qual è» infatti si scrive senza l’apostrofo.
Ne o né
«Non né ho parlato con nessuno». E meno
male! Perché la grafia giusta è: non ne ho parlato con nessuno.
L’accento si usa solo quando si tratta di una congiunzione negativa
mentre in questa frase ha valore pronominale (sta per : di ciò, di
questo).
Un po’ o un pò?
Apocope
La grafia più diffusa è un pò con l’accento
purtroppo (39 per cento). Mentre quella corretta è con l’apostrofo in
quanto po’ è il risultato di un troncamento (sta per «poco»).
Daccordo o d’accordo?
La seconda che hai detto (ma un italiano su tre - il 31 per cento - purtroppo non è d’accordo (e lo scrive senza l’apostrofo!)
Ceretta al linguine
Il 13 per cento degli intervistati poi
scrive: «Ho fatto la ceretta al linguine». Ah, sì? Speriamo che non ti
abbia fatto male come all’ortografia. La grafia corretta infatti è
«all’inguine». Perché di quello si tratta: della «parte anteriore del
corpo, corrispondente alla giunzione tra il tronco e gli arti»
(dizionario Sabatini Collettini). Mentre le linguìne, plurale di
linguìna, sono - come noto - una «pasta alimentare piatta e lunga».
Avvolte si arrabbia
Il 27 per cento degli intervista scrive:
«Avvolte si arrabbia». E fa bene, la povera lingua italiana, ad
arrabbiarsi, perché a volte, anzi sempre, sarebbe meglio usarle un po’
(con l’apostrofo) più di riguardo.
Pultroppo o purtroppo?
Quasi un intervistato su quattro (l 23 per cento) scrive «pultroppo» con la elle, purtroppo.
Proprio o propio?
«Ti voglio propio bene». Io di più, perché
ci metto anche la «erre». Due italiani su dieci (il 19 per cento) invece
lo scrivono così.
Il cortello dalla parte del manico
Se volete avere il coltello dalla parte del
manico meglio che non usiate la «erre». «Cortello» è un altro degli
errori in cui incorrono più di frequente gli italiani intervistati (15
per cento).
No comments:
Post a Comment