Sgattaiolare
[sgat-ta-io-là-re (io sgat-tà-io-lo)]SIGN Riferito a gatti, uscire o passare per strette aperture; entrare o uscire, allontanarsi o avvicinarsi di soppiatto; sottrarsi a qualcosa di indesiderato
derivato di [gattaiola], col prefisso [s-] che indica uscita, allontanamento.
Anche questa parola deve la sua
potenza espressiva al richiamo di un comportamento direttamente
osservabile nella realtà: in questo caso è il peculiare modo
che hanno i gatti di entrare o uscire per aperture strette -
sintetizzate dalla parola (emersa nell'Ottocento) nell'immagine della
gattaiola.
Il forte sta in due punti: il primo è il modo. Lo sgattaiolare evoca un movimento che ha alcuni caratteri del movimento dei gatti: è silenzioso, svelto, disinvolto,
e permette di passare inosservati. Quindi più che su caratteri
estetici, si concentra su caratteri funzionali - tant'è che per esempio
non è detto che lo sgattaiolare sia
elegante, basta sia quatto, rapido e discreto.
Il secondo è la direzione.
Questo movimento è sempre colto nel suo dirigersi - fuori, dentro,
lontano, vicino, esplicitamente o no. Al concerto l'amica riesce a
sgattaiolare nelle prime file attraverso la calca; a casa della bella, sentendo i genitori che rientrano il fidanzato
sgattaiola via scavalcando il muro del giardino; e appena s'inizia a
ventilare la necessità di assegnare qualche lavoro ingrato il
collega se la sgattaiola lesto adducendo ben altre urgenze.
Esempio simpatico di come il mondo animale sia continua fonte di suggestioni linguistiche, in una parola particolarmente precisa, colorita e di sicura presa.
* * *
Proludere
[pro-lù-de-re (io pro-lù-do)]SIGN Iniziare a parlare; introdurre
dal latino [prolùdere] 'esercitarsi, prepararsi', composto di [pro-] 'prima' e [lùdere] 'giocare'.
Di questa fascinosa parola si può dire qualcosa di facile e cercare di dire qualcosa di difficile.
Il suo significato è piuttosto piano: proludere significa iniziare un discorso, esponendo, narrando. Può anche essere l'iniziare un discorso molto articolato,
tanto da diventare un introdurre, anzi accademicamente il fare una
lezione introduttiva. Questo cominciare non è però solo un cominciare:
l'etimologia ci spiega che c'è un connotato di preparazione, nel
proludere, di esercitazione. Il personaggio famoso prolude nel più
profondo silenzio della platea; il
relatore prolude con una notazione lessicale che renderà più chiaro il prosieguo del suo discorso; e durante la cerimonia ogni intervento è tutto un proludere senza contenuti.
È un significato molto preciso. E
viene da domandarsi - ecco il difficile - quale sia la differenza fra
'proludere' e 'preludere'. Dopotutto, in latino i loro omologhi ebbero
il medesimo significato di esercitarsi, di prepararsi a una prova - a un
gioco. Ebbene, il mantra che ripetiamo è "non esistono sinonimi
perfetti". Ma alcune volte cogliere le differenze di sfumatura fra due
parole è quasi impossibile: esistono solo degli assestamenti d'uso
differenti, quando va bene, e quando va male ci sono solo differenti
impressioni. Anche il preludere consiste in un introdurre. Ma possiamo
intuire
questo: il preludere ha più marcati i tratti di un anticipare, di un
introdurre che resta distinto da ciò che viene introdotto. Insomma, fra
il preludio e ciò a cui prelude c'è una cesura. Nel proludere no. È un iniziare senza
soluzione
di continuità col seguito. Il discorso, cominciato nella prolusione,
prosegue senza interruzioni. Non so se la risposta sia
incontrovertibilmente questa, ma poco importa, quando la domanda è buona. E poche cose affinano il pensiero quanto cercare di cogliere le diversità fra sinonimi.
Ad ogni modo, il proludere rimane un termine ricercato ma piuttosto pronto, ideale per significare quell'abbrivo proprio di esposizioni e narrazioni massicce.
* * *
No comments:
Post a Comment