...si
stese spossato sui ciotoli levigati che se ne stavano bianchi sulla riva del
mare, e con la testa appoggiata al vecchio tronco ormai sbiancato dalla salsedine, si lascio’ cullare
un poco dallo sciabordio della battigia
e si addormento’.
Sogno’ di essere un gatto che se ne stava
arrotolato sulla sedia polverosa nella
soffitta della casa di sua madre e il gatto, anche lui, sognava.
Sognava di essere un uomo che stanco, si era addormentato in riva al mare mentre
aspettava l’arrivo della nave.
E la
nave arrivo’.
Ne
discese una donna che portava con se’ la gabbietta di vimini con il suo gatto
che dormiva e sognava di essere un cane che abbaiava felice all’arrivo del suo
padrone.
Il
padrone del cane apri’ la porta’, abbraccio’ la moglie e scosto’ il gatto dalla
sedia.
Il
gatto si sveglio’ e distrusse il sogno
con la donna che scendeva dalla nave e
cosi’ anche l’uomo addormentato sulla spiaggia si sveglio’di soprassalto:
“Ti ho
spaventato?” Le disse con la sua vocina delicata.
“Affatto.
Ti aspettavo. Cos’e’ quello?”
“Ah questo? E’ Muzzettino, il mio gatto. Ho
deciso di lasciare tutto per venire con la nave su quest’isola a vivere con te,
ma non ho saputo rinunciare al gatto”
“Ma dorme sempre?”
“Di giorno. Poi la notte va in giro.”
Lui le prese la gabbia con il gatto, l’alzo’
per guardare meglio quel rotolo di pelo
bianco e nero, e il gatto continuava a ronfare, beato, sognando di essere un uomo che dormiva su una spiaggia
che aspettava la sua bella che portava
un gatto che sognava di essere un cane che abbaiava felice al suo padrone che
tornava dal suo amore, che aveva un gatto…
Ssssssssssssss
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