Spaccone
[spac-có-ne]SIGN Fanfarone, chi vanta imprese e qualità eccezionali
derivato di [spaccare] col suffisso [-one], derivato dall'ipotetica voce longobarda [spahhan] 'fendere'.
Che lo spaccone sia il fanfarone,
che sia colui che si vanta di aver compiuto e di compiere l'impensabile,
di avere qualità eccezionalmente virtuose, capacità altissime, meriti
sovrani, be', non è un mistero.
Però di rado ci si sofferma su ciò che questa parola evoca
direttamente, sul colore netto che lo 'spaccare' dà a questo concetto.
Il fanfarone (di probabile origine onomatopeica e ascendenza spagnola) ci dà subito il senso del pallone ben gonfiato; il sacripante, il gradasso, il
rodomonte hanno la sfumatura di ricercatezza dei loro natali cavallereschi (sono personaggi dei poemi di Boiardo e Ariosto); nello smargiasso (e nel suo mistero etimologico che però sempre allo spagnolo ci riporta) non si dissimula un suffisso peggiorativo che sarebbe potuto essere un '-accio' o un
'-azzo'. Solo lo spaccone ha la faccia tosta di presentarsi spiattellando un concetto chiaro.
Come chi vanti la forza di spaccare il mondo - non lontano dal collega 'spaccamontagne' - come chi sia acceso da una sicumera
irresistibile e crede che quando arriva lui spaccherà tutto, che niente
può resistergli, nessuno superarlo, lo spaccone dirompe in un'energia
narcisa - lui qui, lui lì - e il suo passo è il passo della fiera
che passa i monti e rompe i muri e l'armi. Al solito, non che dietro ci
sia molto di vero, ma questa è la presentazione che lo spaccone
vorrebbe di sé, e quella che con ironia salata gli viene concessa.
C'è, in questa denominazione, una forza fracassante, adombrata nell'atteggiamento dello spaccone; ed è notevole osservare che mentre i suoi sinonimi si radicano in millanterie cavalleresche o nelle sbruffonate degli hidalgos spagnoli e dei guasconi (siamo
sempre pronti a cogliere il meglio, fra cugini), il riferimento allo 'spaccare' ci riporta direttamente al sapore della tradizione
barbarica: alla lingua dei nostri nonni longobardi l'italiano deve una
parte importante della sua anima più domestica, laboriosa e battagliera
(si dovesse sintetizzare in due parole, falegnameria e conflitto). Quale
derivato dell'ipotetica voce spahhan ci racconta
in origine un 'fendere', ma lo fa con una forza occlusiva esplosiva.
Giusto quella, accresciuta e caricaturale, dello spaccone -
l'amica spaccona che alzandosi dal tavolo verso il bellone annuncia già
la conquista, il collega spaccone che in quell'occasione salvò l'impresa
intera e continua a reggere successi come Atlante,
lo zio pescatore e noto spaccone che vanta di tirarne su a dozzine e lo
sanno tutti che in pescheria ha un conto aperto da paura. Gente che
spacca di brutto, dice.
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