Spicilegio
[spi-ci-lè-gio]SIGN Spigolatura del grano; raccolta di osservazioni o di testi scelti, antologia
voce dotta, recuperata dal latino [spicilegium] 'spigolatura', composto di [spica] 'spiga' e dal tema di [légere] 'raccogliere'.
A guardare tanti dizionari si potrebbe intendere che 'spicilegio' è sinonimo di 'antologia' e di questo accontentarsi. Ma sarebbe un errore,
perché innanzitutto lo spicilegio non è solo un'antologia di quelle che
intendiamo di solito, e anche quando lo è è un tipo molto particolare
di
antologia.
Come il 'florilegio' ci parla di un 'raccogliere insieme', in virtù di quel légere,
enorme verbo latino che ha, fra gli altri significati ma prima di ogni
altro, anche quelli di 'cogliere, raccogliere'. Se nel florilegio si
raccoglie il meglio, i fiori (in un'immagine che ricalca quella greca
dell'antologia, anch'essa letteralmente una raccolta di fiori) lo
spicilegio è una raccolta di altro - e per capirne il senso sottile si
deve aver presente che cosa sia la spigolatura.
La spigolatura non è la raccolta del
grano: è la raccolta di ciò che resta sul campo dopo la raccolta del
grano, spighe sparpagliate e sparute che in un passato di dignitosa povertà non si poteva pensare di abbandonare
dov'erano cadute. E lo spicilegio
è una voce dotta, ripresa dal latino nel XVI secolo, che proprio dal
latino trae il primo significato di 'spigolatura'. Non davvero una
prospera raccolta di fiori.
Lo spicilegio non è la raccolta del meglio, non è un best of
come spesso vogliono essere le antologie, o una selezione
rappresentativa di un tutto; è una raccolta di ciò che altri hanno
trascurato, omesso - e questo significato va colto in senso ampio. Può
essere uno spicilegio il lungo articolo di critica che lo storico
pubblica riguardo a un romanzo interessante ma ricco di inesattezze,
l'economista stila uno spicilegio delle falle di un bilancio, l'editore
riesce a comporre un accurato spicilegio di opere inedite dell'autore
celebre.
Lo spicilegio ha il gusto di una
miscellanea minuta, che parla in seconda battuta o mette insieme seconde
scelte - obiettando incongruenze, riprendendo i bandoli sciolti,
notando ciò che non è stato notato. Un lavoro faticoso, ci si china e
alza in continuazione sotto al sole, e non per prendere a mani piene ma
stelo a stelo. E va notato: è un lavoro intelligente, erudito. In modo
più suggestivo
che rigoroso, qualcuno ha avanzato l'idea che la civetta fosse il
simbolo della dea Atena, antica dea greca della saggezza e del diritto,
perché esce alla fine del giorno, a fatti conclusi, quando si può
riflettere con cognizione. E le seconde passate sono passate di riflessione.
Una parola potente, e di raffinatezza esemplare.
LO SPICILEGIO DI OGGI:
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