“ROLLING STONE” OFFRE UNA ELABORATA DISSERTAZIONE SULL’ERA DEL “SOFFOCONE” PER SPIEGARE COME LE DONNE, PER ESSERE PIU’ ATTRAENTI AGLI OCCHI DEGLI UOMINI, SI ADATTINO AL CANONE ESTETICO DEL “BOCCHINIANO SUPERIORE”: “È IL TRIPUDIO, SUI SOCIAL, DI FOTO IN POSA DA DUCK FACE: CON LE LABBRA PROMINENTI, CHE POTREBBERO ESSERE INTESE COME METAFORA DI UNA VAGINA TUMIDA. MA È ANCHE VERO CHE I MASCHI SONO…”
Ora prendete una banana, sbucciatela, andate allo
specchio e succhiatela. Coraggio, non siate timidi. Se proprio in casa
non avete una banana va bene anche un cetriolo, un pennarello, un
pollice, un alluce per chi è molto snodato. State succhiando? Bene.
Adesso guardate come si deformano i vostri tratti somatici. Attorno
all’oggetto tubolare le labbra si fanno più pronunciate. Con i muscoli
maxillo-facciali contratti per agevolare il risucchio, le guance si
scavano e gli zigomi si alzano, le narici si affusolano, gli occhi si
assottigliano in un’espressione sorniona. Vi ricorda niente?
Già,
ora assomigliate allo stereotipo che la chirurgia estetica
contemporanea replica in migliaia di copie. Il modello segreto,
evidentemente, è una persona intenta a praticare sesso orale su un
ipotetico membro maschile. In sintesi, il pompino. O almeno, con
consapevolezza e lucidità altalenanti, è così che lo interpretano la
maggior parte di quelle creature semplici che sono i maschi umani.
Messi
di fronte a quello stereotipo, molti di loro immaginano immediatamente
una propria componente anatomica inserirsi, con un lieve movimento del
bacino, in un’altrui componente anatomica (la colonna sonora mentale di
questa proiezione suona pressappoco così: uaaaah). No, non si tratta di
un mano-nella-mano. Non è per nulla logico che quelle variazioni
estetiche rendano l’atto più piacevole per l’uomo, ma stiamo parlando di
creature facilissime da ingannare.
Del
resto è risaputo che durante l’estro vacche e cavalle presentino labbra
vulvari visibilmente edematose. Nelle scimmie antropomorfe il periodo
di ovulazione si esprime con segni esteriori, per esempio con la
colorazione dei genitali, che preservano gli scimmioni maschi da morsi e
sberle. Invece negli umani l’ovulazione è nascosta.
Si
crede che acquisendo la posizione eretta le femmine degli ominidi
abbiano smesso di manifestare l’estro per impedire la sicura
identificazione della paternità e, quindi, l’infanticidio. Tutto ciò
permette pure di dissociare l’attività sessuale dai meri fini
riproduttivi. Insomma, propizia la nostra era, l’era del soffocone,
detta altrimenti Bocchiniano Superiore.
Da
quando la chirurgia consente di trasformare il corpo in manufatto, si è
inaugurata una nuova branca della storia dell’arte. Un giorno le foto
di Nicole Kidman e Meg Ryan verranno studiate come oggi si fa con le
pitture rupestri di Lascaux e di Altamira. Viviamo nella preistoria
dell’autoscultura. Certo, già si tatuavano egizi e romani, già c’erano i
lobi forati e i colli allungati dei masai, nei secoli scorsi i piedi
delle bambine cinesi venivano fasciati perché non crescessero e il
rossetto colora le labbra occidentali da secoli. Ma, rispetto a
mastoplastiche, ritidectomie e ginecomastie, quelle non erano che tacche
nella roccia, che incisioni sulle cortecce. L’uomo ha appena affinato
gli strumenti per trasformarsi in altro da sé.
E
al giorno d’oggi, tra tutti i sé possibili, va di moda essere un sé che
spesso viene percepito da altri sé con pisellino come un sé
particolarmente portato per una pratica ben specifica. Una riprova di
questa tendenza – difficile dire quanto recepita da chi pur se ne fa
portatore o portatrice – è il tripudio, sui social, di foto in posa da
duck face: con le labbra ancor più prominenti, ancor più volte a mimare
l’edema vulvare (al che molti maschi, nonostante razionalmente
sghignazzino, non possono fare a meno di pensare: uaaaah).
Ora
c’è da chiedersi perché chi desidera apparire più attraente opti – va
ripetuto: più o meno consapevolmente – per il canone estetico
caratteristico del Bocchiniano Superiore. Probabilmente i destinatari di
questo richiamo sono pigri da far schifo. È vero che le labbra tumide
potrebbero essere intese come metafora di una vagina altrettanto tumida.
Ma è anche vero che i maschi, per la metafora, non ci sono mica
tagliati: labbra = labbra, pompino = pompino. In dieci minuti di sesso
penetrativo gli uomini sprecano in media 42 calorie. Mica cotiche.
E,
dato che il loro fine è solo molto, molto raramente riproduttivo – è
più spesso un piacere egoistico che nella bassa ferrarese viene
sintetizzato con vniù mi, vniù tuti (venuto io, venuti tutti, ndr.) –
l’elementare cervello maschile valuta che quelle energie potrebbero
essere investite in una partita alla Play, in una lavastoviglie, in una
gara con un cane zoppo a chi arriva prima al bastone (quando l’uomo
afferra il bastone, pensa: uaaah). Il sesso orale passivo è di certo un
risparmio energetico di tutto rispetto. Viziati da mamma, Amazon, pay
tv, Spotify…vogliono la pappa pronta: se l’orgasmo può arrivare
standosene stravaccati sul divano, perché mai flettere i muscoli,
immaginare posizioni, sudare?
SESSO ORALE
In
barba al politologo Francis Fukuyama, che nel 1992 aveva profetizzato
la fine della Storia, a quanto pare la Storia non ha alcuna intenzione
di fermarsi: non dobbiamo immaginare il Bocchiniano come uno stato
conclusivo e immutabile. Forse l’instancabile progresso umano, da qui a
qualche decennio, porterà all’avvento del Segassico. I chirurghi
inietteranno botulino nei polpastrelli per alludere a prese morbide e
sicure, da stringo-ma-non-strozzo. O forse lo spirito dei tempi volgerà
al feticismo e il footjob assurgerà a canone estetico universale, e
moriremo tutti in piedi.
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