[tac-cu-ì-no]
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SIGN
Quadernino, blocco note
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dall’arabo
[taqwīm] che significa ‘almanacco’, dal verbo [qama] che, nella sua
seconda forma, generalmente intensiva, [qawwama], assume il significato
di ‘mettere nel giusto ordine’, ‘sistemare in ordine preciso’,
attraverso il latino medievale [tacuinum].
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Questa è una di quelle parole che impariamo a scrivere con
particolare attenzione,
a scuola. Fa parte di un gruppo di parole capricciose, insieme a
‘cuoio’, ‘acqua’, ‘cuocere’ e molte altre. Ha un suono farraginoso,
faticoso: una prima sillaba rapida, occlusa immediatamente dalla
doppia c, addolcita dalla desinenza ‘ino’, che noi potremmo
scambiare per un suffisso con valore diminutivo, forse influenzati
dalle dimensioni contenute dell’oggetto in questione. E invece no,
‘ino’, in questo caso, è la trasformazione di ‘īm’ della
parola originaria, taqwīm. Ma come ci è finita, in
italiano, questa parola? Ebbene, ancora una volta si deve essere
riconoscenti verso la sapienza medica araba.
Ma andiamo con il giusto ordine, è proprio il caso di dirlo.
Taccuino arriva in italiano dall’arabo attraverso il latino
medievale tacuinum. Fino alla metà del XV secolo, infatti,
erano molto diffusi tra le classi aristocratiche, i cosiddetti
tacuina sanitatis, una sorta di compendi,
di almanacchi medici. Miniati,
decorati, illustrati pregevolmente, erano una Treccani dell’igiene
e delle buone pratiche per conservarsi la salute in un tempo in cui
una carie poteva anche portare alla morte.
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Thursday, March 12, 2020
TACCUINO
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