Arroncigliare
[ar-ron-ci-glià-re (io ar-ron-cì-glio)]SIGN Afferrare con un ronciglio, uncinare; piegare a uncino, attorcigliare; corrugare la fronte, arricciare le labbra
composto parasintetico di [ronciglio], cioè 'uncino, raffio', di etimologia incerta.
Ancora una volta ci troviamo davanti a una parola desueta, che però riesce ad apparecchiarci una batteria
di significati notevoli, sia per taglio sia per intensità. Per capire
bene l'arroncigliare si deve capire il ronciglio - essenzialmente un
raffio, un uncino volentieri posto su un bastone, usato come arma o come
utensile. Il composto parasintetico 'arroncigliare', attestato nel
Trecento, è stato costruito giusto sul nome del ronciglio con un
esito
doppio: è arroncigliare sia il prendere col ronciglio sia il piegare in
forma di ronciglio (o quasi). In entrambi i casi può vantare dei pregi
interessanti: la sua lunghezza e la varietà ricca dei suoi suoni quasi
ci descrive l'arco del movimento (com'è diverso dalla linearità
dell'arpionare!), la fatica rapace che richiede, insieme rude e precisa,
e allo stesso tempo una certa contorsione rapinosa. Senza contare che,
senza correlazione etimologica, evoca a chiare lettere un 'ciglio' che sembra
attagliarsi particolarmente bene al volto e alle sue espressioni.
Così il nibbio arronciglia la preda,
mentre io posso arroncigliare i tralci del rovo esposti al sole e più
carichi di more, ma troppo in alto per poterli raggiungere col braccio; e
senza usare sconvenientemente le mani, arronciglio col forchettone i
fiori di zucca fritti appena serviti lasciando un assaggio scarso a chi
viene dopo, o arronciglio le tagliatelle ai funghi tanto che a stento mi
entreranno in bocca. Intanto lo zio, contrariato, arronciglia la
fronte, l'amico dandy si presenta sempre coi baffi ben arroncigliati, e dopo la lite, ancora un po' risentiti, arroncigliamo la bocca in un bacino.
significati trasparenti e incisivi:
così come accade per le cose che abbiamo in casa, non è detto che una
parola coperta di polvere non ci serva - e la polvere si leva alla
svelta.
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Portolano
[por-to-là-no]SIGN Manuale di navigazione fra i porti di una regione, corredato di note dettagliate sulla geografia e il clima; anticamente, nell'Italia meridionale, funzionario dei porti che soprintendeva ai traffici e alle dogane
dal latino medievale [portulanus], derivato di [portus] 'porto'.
Se in questa parola sentiamo l'eco
dell'ortolano, non è proprio a caso: in effetti la via che dal porto
conduce al portolano è simile a quella che dall'orto porta all'ortolano.
Infatti pare che dapprima il portolano sia stato non un genere di mappa,
ma proprio un pilota - e nella storia dell'Italia meridionale, da
Federico II nel Duecento fino al Regno delle Due Sicilie (pare con la
parentesi del vicereame spagnolo), è stato variamente un soprintendente
ai porti, alle dogane, ai commerci. Ad ogni modo, dall'esperienza del
mestiere si trae la guida, il libro che la compendia.
Il portolano non è una mappa geografica col grado di astrazione
che siamo abituati a immaginare. Serve da manuale di navigazione
costiera fra porto e porto, di punto di riferimento in punto di
riferimento: fondali, coste, correnti, venti. Non è tanto il prodotto di
una scienza avanzata, ma di un'esperienza avanzata - per quanto oggi i
portolani abbiano una consona profondità scientifica , e abbiano anche
lasciato il mare per diventare strumenti utili alla navigazione aerea.
Se vogliamo impiegare questa immagine in modo figurato, è da questi caratteri di speciale pragmatismo che si deve partire, il il sapere speso di chi conosce e comunica
le sfaccettature minute di un'esperienza, il suo pericolo. Il portolano
con le ricette della nonna non manca nemmeno di segnare la temperatura
che deve avere la stanza in cui si cucina, il racconto dettagliato
dell'amico è un portolano per la visita di una capitale, la raccolta di
appunti che abbiamo impiegato mesi a
mettere insieme finisce per essere il nostro portolano per la disciplina di studio.
Una parola che ha tutta la ricchezza fascinosa e ricercata di una mappa di tempi andati.
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