Il falso tesoretto del nichel, Calabrò: «E' preziosissimo, ne ho dato altro anche a Raggi»
Mercoledì 27 Febbraio 2019 di Lorenzo De Cicco
«Ma è stato un lavoro molto superficiale, il perito non è nemmeno laureato...».
È stato scelto da un giudice, no?
«Ma non ha mai considerato la particolarità del materiale trattato, la purezza. È un processo complesso, bisogna tenere conto delle analisi spectometriche, del plasma... Noi abbiamo presentato al Comune l'attestazione di una società svizzera leader in questo settore. Ed è appena uscito un articolo del professor Michael Dempster, pubblicato su una rivista prestigiosa, lo sa a quanto quota il nichel puro al 99,99%? A 300 euro al metro! Quello puro al 99,98%, che ho dato al Comune, da listino ne vale 108».
La perizia chiesta dal Tribunale non è dello stesso avviso. In ogni caso, se è tanto prezioso, perché il Comune non è mai riuscito a venderlo? Ci ha provato con sei aste, tutte fallite miseramente...
«Le hanno fatte male, questo materiale non si può vendere come fossero patate al mercato. Servirebbero inviti riservati alle poche imprese internazionali che operano nel settore. In Italia non ci sono acquirenti».
Di che settore parla?
«Aerospaziale. Satelliti, droni, aerei. Questo nichel è un eccezionale conduttore elettrico, resiste agli sbalzi termici, alle sollecitazioni fisiche. Può anche rendere invisibile un aereo. Impercettibile ai radar».
Raggi non sembra credere molto all'affare. Ha parlato di una «follia nel bilancio» ereditata dalle passate amministrazioni.
«Ma guardi che all'amministrazione Raggi abbiamo consegnato un secondo lotto».
Come, scusi? Ci sarebbe un altro rotolo, oltre a quello da 200 chilometri del 2011?
«Sì, questo è lungo 115 chilometri. Lo abbiamo dato al Comune il 5 giugno del 2017».
E come mai in Campidoglio hanno accettato questo secondo lotto, dato che non erano nemmeno riusciti a vendere il primo?
«Perché si era fatto avanti un compratore, un grande fondo internazionale, che ci ha detto di avere bisogno di più materiale rispetto a quello già custodito dal Comune. Per questo abbiamo fatto un altro accordo con il Campidoglio, per consegnare il secondo lotto, che è ancora più puro del primo, con la prospettiva di vendere entrambi a questo fondo».
Ma...?
«Era anche stato firmato un contratto, poi però il fondo si è tirato indietro. Siamo ancora in causa, non hanno rispettato i patti».
E questo secondo rotolo di nichel ora dov'è?
«Sempre in Comune».
A proposito, ma lei dove lo ha comprato?
«In Russia, ma non posso rivelare dove, per ovvie ragioni».
Che voleva farsene?
«Mi occupo di materie prime».
Raggi, dopo il nostro articolo, vi ha detto: «Pagate i debiti che avete nei confronti di Roma». Insomma, saldate cash e riprendetevi il nichel.
«Ma sono loro ad essere in debito. La Cassazione ci ha imposto di restituire i 29 milioni ottenuti con un decreto ingiuntivo, in Corte d'Appello. Ma per il vecchio esproprio da cui nasce tutto il contenzioso, noi dovremo comunque avere qualcosa, solo che deve essere quantificato l'importo».
E il nichel che fine fa?
«Per me finora questa storia è stata un pessimo affare. Ma le cose si possono sistemare. Quel nichel vale e si può vendere a oltre 30 milioni. Altrimenti me lo ricompro io e restituisco i soldi al Campidoglio. Non scappo mica».
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