attorno alla frase di Wanda Nara che rivolta verso Adani che aveva classificato come inutile il gol di ICARDI, aveva sbottato con la frase intraducibile: LA RECONCHA DE TU HERMANA su cui i giornaloni hanno sguazzato traducendo da quella Troia di tua sorella a cose oscene simili.
SECONDO ME
che ho frequentato per qualche anno la lingua,
la s'ignora ha volutamente usato una finezza per non degenerare col linguaggio.
Infatti la frase oscena sarebbe LA CONCHA di tua sorella, intesa come organo sessuale
e la RECONCHA che suona quasi come la REVENCHA la vendetta...
Ma era una finezza da principessa, detta da lei che apparentemente viene dagli hotel per turisti,
non è suonata come una finezza...
La parola del giorno è
Artista
[ar-tì-sta]SIGN Chi esercita un'arte, specie eccellendo
dal latino medievale [artista] 'maestro d'arte', derivato di [ars] 'arte, abilità'.
In una toccante scena de Il cielo sopra Berlino
di Wenders, la trapezista Marion ha appena saputo che il circo deve
chiudere perché non è più in grado di pagare le spese. Riflettendo
amaramente sulla precarietà
della sua esistenza, soggiunge: “Ich weiß nur, keine Artistin mehr”,
che nella versione italiana suona “so solo che non farò più la
trapezista”. In tedesco, infatti, Artisten sono gli acrobati e i giocolieri, non coloro che noi
chiamiamo solitamente artisti, ovvero pittori, scultori, musicisti, scrittori ecc. Per loro, il tedesco ha una parola più nobilitante: Künstler.
Tuttavia, tradurre “non sono più
un’artista” sarebbe stato proprio sbagliato? Dopotutto, abbiamo forse
una parola apposita per designare chi si esibisce nei circhi e nelle
strade, o non lo definiamo, appunto, “artista circense” o “di strada”?
Chiaramente, la nostra esitazione deriva dal fatto che, quando diciamo
artista, intendiamo precipuamente chi pratica le “belle arti”. Ma anche
quelle non “belle” le chiamiamo pur sempre arti: non solo definiamo arte qualunque mestiere, dal fabbro al medico, ma parliamo di arte della guerra, dell’arte di arrangiarsi e, peggio ancora, di voci false diffuse ad arte o di un imbroglione che, con le sue arti, raggira un povero
malcapitato; per non parlare dei derivati “artato
”, “artefatto” e “artificioso”. Ma allora, cos’è l’arte? E quand’è che
le arti “belle” si sono sdegnosamente innalzate al di sopra delle loro
cenerentole sorelle?
LA VIGNETTA DEL GIORNO:
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