Per la serie
"Continuiamo a farci male" ho deciso oggi di parlare della lingua
italiana.
Mi fanno
ridere quelli che dicono che quella italiana sia una lingua difficile. Sara'
difficile per un Cantonese che per natura e' piu' predisposto a parlare il
cinese di un altro cantone che non per un leghista, per esempio.
Secondo me la lingua italiana e' la lingua piu'
facile del mondo per l'apprendimento. Pensate che io l'ho imparata che avevo
solo due anni e mezzo e non sapevo leggere!
Scrivere
si'. Scrivere scrivevo eccome. Ma dato che non sapevo leggere quando scrivevo
andavo dalla mia mamma e le dicevo: "Zia, " (Perche' tutti i bambini
hanno una mamma ma noi eravamo cosi'
poveri che mi dovette partorire una cognata di mio padre dove si recava
di tanto in tanto per gli esercizi spirituali) "Zia " dicevo quindi:
"Cosa cazzo ho scritto? "
Fu solo dopo
gli otto anni quando sapevo leggere che mi recai dalla zia e le dissi:
"Mamma" eh si', c'era ancora confusione nel parentado " Ma lo
sai che la zia stava per essere assunta in cielo? "
Si perche'
ero entrato senza preavviso nella camera da letto per leggerle il mio compito
che non avevo ancora letto e ho visto la zia in piena crisi mistica che
gridava: "O dio, vengo. O dio vengo! " Per fortuna che c'era il papa'
sopra di lei che la teneva attaccata al materasso altrimenti sarebbe volata via
tra un tripudio di angeli.
Ma lo
sapevate che in Finlandese il venditore di sapone viene detto:
SAIPPUAKIVIKAUPPIAS
(che e' pure palindromo ) ?
Ma dopo aver
saputo cio' non vi viene voglia di venire in pellegrinaggio con me alla Madonna
del Suprammonte per ringraziare di non essere nati Finlandesi visto che non
capiamo una parola di Finnico?
E la
punteggiatura? Come la mettiamo con la punteggiatura?
Se dico non
dico per dire dicendo che dico dico di dire
Date questo
pezzo da punteggiare a Enzo Biagi e ve lo trasformera' in un formaggio della
Valtellina.
Ma se
l'altroieri sapevo che l'indomani sarebbe stato il dopodomani di lunedi', quale
giorno della settimana sara' l'ieri di dopodomani? ( Sara' venerdi', ma non
potresti tenere un'agenda, per la madonna? )
E la
parasanga? Voi mettereste quattro soldati in una parasanga?
(Io si,
visto che la parasanga e' lunga sei chilometri e i Romani mettevano un soldato
ogni chilometro e mezzo, cioe' un Miles = Miglio ).
E che
farcene della parola fuori dal suo contesto?
Che ci frega
a noi se esiste anche il quartiere della
calzatura, la mappa della chiave e l'ala della catena?
Cambronne,
per esempio, sarebbe passato alla Storia se la parola che ha pronunciato,
invece che sul campo di battaglia l'avesse detta al cesso?
E se Giulio
Cesare avesse detto "Il dado e' tratto" in una bisca avrebbe avuto lo
stesso effetto?
Ecco una
serie di frasi banali che fuori dal loro contesto possono essere giudicate
scandalose:
"Signora
Contessa, lei non sa a che pene va incontro", disse l'avvocato calandosi
le brache...
"Come
me la vedo brutta!" rispose la contessa camminando su uno specchio.
"Che
Dio ce la mandi bona", disse il conte suo marito aspettando la nuova
serva.
"Ma
questo non c'entra!" disse la contessa sedendosi su un paracarro.
"Grazie
per essere venuto" gli disse lei dopo un paio d'ore.
"Ahi
ahi" disse il pisolino mentre tutti lo schiacciavano.
"Mi
sento a pezzi" disse il bicchiere caduto a terra.
"Basta!
Non ne posso piu'! Mi sono rotto!" disse lo specchio appena schiantatosi a
terra."Chi s'e' visto s'e' visto!".
"Datemi
retta" disse il geometra.
"Che
disdetta!" rispose l'inquilino sfrattato.
"Tutti
possono sbagliare" esclamo' il
riccio scendendo dalla spazzola.
"Oggi
non sono in vena" disse l'ago alla siringa.
"Cosa
fatta capo ha" disse il boia.
"Non
sto piu' nella pelle" disse il
serpente.
"Non ho
piu' il fisico " disse la mamma di Fermi quando il figlio se ne scappo' in America.
"E'
buio. Pesto" disse lo skinhead.
"Ho
mangiato la foglia" mormoro' il
baco da seta dopo colazione.
"E'
meglio tagliar corto" disse il
sarto al nano.
"Questo
e' un circolo vizioso" disse quel tale entrando in una bisca clandestina.
"Non mi
piace essere preso in giro" disse quel poveretto finito nei vortici del
fiume.
"Siamo
agli sgoccioli" disse il rubinetto guasto.
"Tu non
sei che una principiante!" disse la lettera Z alla A.
"Io ne
ho piene le scatole!" disse il fiammifero.
"Te la
faro' pagare salata" disse la sogliola dopo aver litigato con l'aringa.
"Sai,
l'importante e' essere cortesi, cosi' i clienti ritornano volentieri"
disse il becchino ad un collega.
"Dio t'assista" disse un tassista ad un collega.
"L'importante
e' prendere la palla al balzo" disse il
castratore di canguri.
"Sono
tutto orecchi" barri' l'elefante.
"Meglio
una gallina oggi che un uovo domani" disse il gallo.
"Ho la
pelle d'oca" disse Valeria Marini.
"Scusate
lo sfogo" disse il brufolo.
"Sono
molto contento di essere Qui", disse il nipotino di Paperone.
"Qui
c'e' qualcosa che non quadra" disse il cerchio al triangolo.
"Mi
stai prendendo per il culo" disse la bottiglia di Champagne.
"Non
tutti i mali vengono per nuocere" disse ridendo il dottore al malato.
"Oh,
come e' bianco questo bucato!" disse la mamma al figlio drogato.
"Aspettatemi!"
disse l'ultimo dei Mohicani
"Arrivo!" aveva scritto il traguardo
"Non ho parole!" disse il
vocabolario distrutto
"Sei una cacca, ma mi piaci" disse
la mosca.
Il mago guardo' nella sua palla di vetro e
disse: "Oh, guarda! Ho un testicolo artificiale!"
"Non so
se mi spiego" disse il paracadute. "Spiegati meglio"ribatte' il
paracadutista.
"Venderemo
cara la pelle" come disse Annabella di Pavia.
Il maestro
disse Kung ... e Kung fu.
Un'ultima
raccomandazione:
Diffida di
chi ti da dei consigli e poi ti insulta, stronzo.
P.S.
Se
dico, non dico per dire.
Dicendo che
dico, dico di dire.
VORREI SEGNALARVI
Quanto mi ha scritto Walter
Giacardi ( giacardi@tin.it )
"Iudico poter esser
vero che la fortuna sia arbitra della meta' delle azioni nostre, ma che etiam
lei ne lasci governare l'altra meta', o presso, a noi. Et assomiglio quella at
uno di questi fiumi rovinosi che, quando si adirano allagano e' piani, ruinando
gli alberi e li edifizii, lievono da questa parte terreno, pongono da
quell'altra: ciascuno fugge loro dinanzi, ognuno cede a lo impeto loro, senza
potervi in alcuna parte obstare. E benche' sieno cosi' fatti, non resta pero'
che li uomini, quando sono tempi quieti, non vi potessino fare provvedimenti et
con ripari et argini, in modo che, crescendo poi, o egli andrebbero per uno
canale o l'impeto loro non sarebbe ne' si' licensioso ne' si' dannoso.
Similmente interviene della
fortuna: la quale dimostra la sua potenzia dove non e' ordinata virtu' a
resisterle, e quindi volta li suoi impeti dove la sa che non sono fatti gli
argini e li ripari a tenerla."
Naturalmente avrete
riconosciuto il Machiavelli.
Che noi siamo ormai abituati
ad applicarlo a memoria ogni qualvolta c'e' da fottere il nostro vicino, o da
raggirare il nostro interlocutore.
Quando si tratta di norme
elementari del quieto vivere, lo ignoriamo.
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