PERCHE' SE DICI
CHE A LEI
PIACE IL PISELLO
POI VA A FINIRE
CHE SI OFFENDE?
CHE SE INVECE
DICI CHE A LUI
PIACE LA PATATA
NON SI OFFENDE NESSUNO...
La parola del giorno è
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[ar-cì-gno]
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SIGN
Duro, aspro, scostante, torvo
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etimo incerto; forse dall'antico francese [rechigner] 'mostrare i denti, fare una smorfia'.
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Davanti a questa parola succede qualcosa di strano. Vediamo,
sentiamo il suo significato, riusciamo a percepire in modo distinto
come stringe un volto, una voce, il colore che dà a un
atteggiamento... ma è una parola che al nostro occhio non fa
trapelare niente della sua origine. Non manifesta
parentele; magari le si può richiamare vicino, per mera
suggestione,
un grappolo di parole che va dall'acido all'asprigno
all'arcinemico, ma la realtà è che resta isolata.
Non tutti i linguisti si sbilanciano presentando un'origine
certa; la via più probabile allo stato attuale (che non scioglie
tutte le riserve) pare sia che si tratti di un germanismo,
passato attraverso il francese antico: l'antico alto tedesco
kinan è uno storcere la bocca che, con la mediazione dei
dialetti franconi può essere arrivato all'antico francese
rechigner, fino ad esprimersi nell'antico verbo italiano
(e appena appena
attestato) ricignare, da cui l'arcigno.
Ebbene, siamo davanti a un termine che è senz'altro caratterizzato
benissimo. Altrimenti non sarebbe possibile la convergenza netta
fra il plausibile
racconto etimologico (certo non riconoscibile per puro intuito) e
l'immagine che subito ci proietta in mente. È una voce trecentesca
e il suo significato non è slittato di una virgola: la gente
arcigna affolla le nostre vite come affollava quelle dei nostri
nonni
del medioevo. E
peraltro in questa caratterizzazione pesa moltissimo la perfezione
del suono, che è insieme duro e smiagolato.
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