Mai più
di Marco Travaglio | 28 dicembre 2017
|
La legislatura che sta per essere sciolta (si spera
nell’acido) è stata una delle peggiori della storia repubblicana. Ma
almeno un merito l’ha avuto: offrirci la galleria completa di tutti gli orrori che non vorremmo mai più vedere.
1. La non-vittoria. Dalle urne del 2013 esce un’Italia tripolare: Pd+Sel, Pdl e M5S (più il centrino di Monti&C.). Nessun blocco ha la maggioranza. Bersani ammette che ha “non vinto” e fa un altro errore: chiede in streaming ai 5Stelle l’appoggio esterno al suo governo con ministri e programma non concordati con loro. La risposta del primo partito d’Italia è no. Ma sbaglia pure il M5S: non dice quale premier e quali alleati vuole.
2. La scarica dei 101. Napolitano ne approfitta e traffica per tagliar fuori i vincitori e riportare al governo i perdenti. Nomina dei “saggi” per dettare il programma al governo che non c’è. E i supporter suoi e dell’inciucio lavorano alla sua rielezione. Caduto Marini, il Pd sceglie per acclamazione Prodi: poi 101 o più franchi traditori Pd lo impallinano, ben sapendo che mai riesumerebbe B.. Infatti il miglior candidato, Stefano Rodotà, uomo di centrosinistra proposto dal M5S e votato da Sel, viene ignorato. Tuttora il Corriere racconta la favola del “Parlamento incapace di eleggere un nuovo Capo dello Stato” e “costretto a rieleggere Napolitano”. Balle: Grillo nel 2013 dice che Rodotà sul Colle spianerà la strada a un governo di cambiamento. Proprio quel che non vogliono Pd, Pdl e Napolitano. Infatti B. canta “Meno male che Giorgio c’è”.
3. Napoletta. Re Giorgio II strapazza il Parlamento che l’ha appena rieletto e gli detta il menù delle cose da fare. Il nuovo premier è Enrico Letta, scelto da lui e da B. Il programma è un optional, infatti il suo governo non farà nulla, salvo riabolire l’Imu sulle prime case, anche dei ricchi, per tener buono il Pdl. Poi B. è condannato in Cassazione ed espulso dal Senato e, per rappresaglia, lascia la maggioranza. Ma i suoi ministri, da Alfano in giù, restano incollati alle poltrone e fondano Ncd, salvando il governo Alfetta. Tanto sono tutti nominati col Porcellum e non hanno elettori a cui render conto.
4. Enrico sta sereno, Matteo sta Nazareno. Renzi vince le primarie Pd e diventa segretario. Giura che mai andrà al governo senza passare per le urne, #enricostaisereno. Poi vede B. per il Patto del Nazareno e va al governo senza passare per le urne, ma solo per Verdini. Re Giorgio gli depenna Gratteri alla Giustizia e gl’impone la fissa della nuova Costituzione. Renzi s’inchina e si scava la fossa.
5. 80 euro, 40 per cento. Gli 80 euro alla vigilia delle Europee portano il Pd al 40,8%. Tutta l’Italia che conta salta sul carro del vincitore. Per tre anni Renzi può varare leggi vergogna à gogo (Jobs Act, art. 18, Buonascuola, salva-evasori, responsabilità dei giudici, bavaglio sulle intercettazioni, controriforma costituzionale, Italicum…), completando l’opera di B. che le vota quasi tutte. Invece le leggi anticorruzione e antiprescrizione restano al palo: Verdini&Alfano non vogliono. Idem i tagli ai vitalizi. Il tutto a opera di una maggioranza illegittima che compra parlamentari un tanto al chilo: alla fine i voltagabbana saranno 345 (uno su tre) per 546 cambi di casacca (10 al mese): record mondiale.
6. Sergio la Mummia. Compiuta la missione di mandare al potere chi ha perso le elezioni per lasciar fuori chi le ha vinte e di sfasciare la Costituzione, Re Giorgio II abdica nel gennaio 2015. E arriva Sergio Mattarella: anche lui firma tutto, ma almeno tace. Promulga persino l’Italicum, anche se vale solo per la Camera (salvo poi piagnucolare perché le due Camere hanno leggi elettorali diverse), sperando che gli italiani si bevano le balle renziane sulla grande riforma costituzionale, imposta a colpi di maggioranza (finta), con forzature parlamentari mai viste (dissenzienti sostituiti in commissione, tagliole e canguri per strozzare il dibattito e cancellare gli emendamenti, minacce di non ricandidare chi non ci sta) e con una campagna di fake news e insulti ai “gufi”.
7. Basta un No. Gli italiani salvano la Costituzione, col 59% di No. Renzi, che aveva promesso con la Boschi di lasciare la politica, lascia solo il governo, e la Boschi manco quello. Nasce il governo Genticloni, praticamente uguale al precedente (tranne la falsa laureata Fedeli all’Istruzione e poco altro): non fa praticamente nulla, ma serve a rinviare le elezioni di un altro anno. Tantopiù che la Consulta boccia pure l’Italicum e c’è la scusa della legge elettorale. Ed ecco il Rosatellum, scritto da Pd, B. e Salvini apposta per fregare i 5Stelle e lubrificare l’inciucio Renzusconi. Poi si scopre che favorisce solo il centrodestra. Intanto, spinti verso l’uscio dagli insulti e dagli affronti renziani, i bersanian-dalemiani se ne vanno dal Pd. Seguiti da Grasso.
8. Mamma li Etruschi. Con un altro autogol, Renzi-Tafazzi vara in extremis la commissione d’inchiesta sulle banche. Pensa a una formidabile arma elettorale contro Visco e i dalemiani, invece saltano subito fuori le bugie della Boschi e del Giglio Fradicio su Etruria. La presenza del capogruppo Orfini aiuta.
9. Diritti&rovesci. Dopo tanti disastri, il Pd si consola con le unioni civili (senza stepchild adoption) e col biotestamento (votato anche da M5S e sinistra). Ma in 5 anni è un po’ pochino. Allora dicono di volere pure lo Ius soli: ma, per non perdere altri voti, fan di tutto per evitarlo, poi danno la colpa alle opposizioni.
10. Smacchiare il Gattopardo. Problema: siccome i 5Stelle e la destra sono più avanti che nel 2013 e il Pd più indietro, come fare a rifilarci un altro governissimo? Intanto ci fanno credere che il voto è inutile, tanto è già deciso che l’Italia sarà ingovernabile. Ricordiamoci (e ricordiamogli) che dobbiamo ancora votare.
A FRONTE DI COTANTO RAGIONAMENTO
SI INNESCA LA POLEMICA PER L'USO DELLA PAROLA ACIDO o meglio
SCIOGLIERE NELL'ACIDO.
lucia annibali @LAnnibali
1. La non-vittoria. Dalle urne del 2013 esce un’Italia tripolare: Pd+Sel, Pdl e M5S (più il centrino di Monti&C.). Nessun blocco ha la maggioranza. Bersani ammette che ha “non vinto” e fa un altro errore: chiede in streaming ai 5Stelle l’appoggio esterno al suo governo con ministri e programma non concordati con loro. La risposta del primo partito d’Italia è no. Ma sbaglia pure il M5S: non dice quale premier e quali alleati vuole.
2. La scarica dei 101. Napolitano ne approfitta e traffica per tagliar fuori i vincitori e riportare al governo i perdenti. Nomina dei “saggi” per dettare il programma al governo che non c’è. E i supporter suoi e dell’inciucio lavorano alla sua rielezione. Caduto Marini, il Pd sceglie per acclamazione Prodi: poi 101 o più franchi traditori Pd lo impallinano, ben sapendo che mai riesumerebbe B.. Infatti il miglior candidato, Stefano Rodotà, uomo di centrosinistra proposto dal M5S e votato da Sel, viene ignorato. Tuttora il Corriere racconta la favola del “Parlamento incapace di eleggere un nuovo Capo dello Stato” e “costretto a rieleggere Napolitano”. Balle: Grillo nel 2013 dice che Rodotà sul Colle spianerà la strada a un governo di cambiamento. Proprio quel che non vogliono Pd, Pdl e Napolitano. Infatti B. canta “Meno male che Giorgio c’è”.
3. Napoletta. Re Giorgio II strapazza il Parlamento che l’ha appena rieletto e gli detta il menù delle cose da fare. Il nuovo premier è Enrico Letta, scelto da lui e da B. Il programma è un optional, infatti il suo governo non farà nulla, salvo riabolire l’Imu sulle prime case, anche dei ricchi, per tener buono il Pdl. Poi B. è condannato in Cassazione ed espulso dal Senato e, per rappresaglia, lascia la maggioranza. Ma i suoi ministri, da Alfano in giù, restano incollati alle poltrone e fondano Ncd, salvando il governo Alfetta. Tanto sono tutti nominati col Porcellum e non hanno elettori a cui render conto.
4. Enrico sta sereno, Matteo sta Nazareno. Renzi vince le primarie Pd e diventa segretario. Giura che mai andrà al governo senza passare per le urne, #enricostaisereno. Poi vede B. per il Patto del Nazareno e va al governo senza passare per le urne, ma solo per Verdini. Re Giorgio gli depenna Gratteri alla Giustizia e gl’impone la fissa della nuova Costituzione. Renzi s’inchina e si scava la fossa.
5. 80 euro, 40 per cento. Gli 80 euro alla vigilia delle Europee portano il Pd al 40,8%. Tutta l’Italia che conta salta sul carro del vincitore. Per tre anni Renzi può varare leggi vergogna à gogo (Jobs Act, art. 18, Buonascuola, salva-evasori, responsabilità dei giudici, bavaglio sulle intercettazioni, controriforma costituzionale, Italicum…), completando l’opera di B. che le vota quasi tutte. Invece le leggi anticorruzione e antiprescrizione restano al palo: Verdini&Alfano non vogliono. Idem i tagli ai vitalizi. Il tutto a opera di una maggioranza illegittima che compra parlamentari un tanto al chilo: alla fine i voltagabbana saranno 345 (uno su tre) per 546 cambi di casacca (10 al mese): record mondiale.
6. Sergio la Mummia. Compiuta la missione di mandare al potere chi ha perso le elezioni per lasciar fuori chi le ha vinte e di sfasciare la Costituzione, Re Giorgio II abdica nel gennaio 2015. E arriva Sergio Mattarella: anche lui firma tutto, ma almeno tace. Promulga persino l’Italicum, anche se vale solo per la Camera (salvo poi piagnucolare perché le due Camere hanno leggi elettorali diverse), sperando che gli italiani si bevano le balle renziane sulla grande riforma costituzionale, imposta a colpi di maggioranza (finta), con forzature parlamentari mai viste (dissenzienti sostituiti in commissione, tagliole e canguri per strozzare il dibattito e cancellare gli emendamenti, minacce di non ricandidare chi non ci sta) e con una campagna di fake news e insulti ai “gufi”.
7. Basta un No. Gli italiani salvano la Costituzione, col 59% di No. Renzi, che aveva promesso con la Boschi di lasciare la politica, lascia solo il governo, e la Boschi manco quello. Nasce il governo Genticloni, praticamente uguale al precedente (tranne la falsa laureata Fedeli all’Istruzione e poco altro): non fa praticamente nulla, ma serve a rinviare le elezioni di un altro anno. Tantopiù che la Consulta boccia pure l’Italicum e c’è la scusa della legge elettorale. Ed ecco il Rosatellum, scritto da Pd, B. e Salvini apposta per fregare i 5Stelle e lubrificare l’inciucio Renzusconi. Poi si scopre che favorisce solo il centrodestra. Intanto, spinti verso l’uscio dagli insulti e dagli affronti renziani, i bersanian-dalemiani se ne vanno dal Pd. Seguiti da Grasso.
8. Mamma li Etruschi. Con un altro autogol, Renzi-Tafazzi vara in extremis la commissione d’inchiesta sulle banche. Pensa a una formidabile arma elettorale contro Visco e i dalemiani, invece saltano subito fuori le bugie della Boschi e del Giglio Fradicio su Etruria. La presenza del capogruppo Orfini aiuta.
9. Diritti&rovesci. Dopo tanti disastri, il Pd si consola con le unioni civili (senza stepchild adoption) e col biotestamento (votato anche da M5S e sinistra). Ma in 5 anni è un po’ pochino. Allora dicono di volere pure lo Ius soli: ma, per non perdere altri voti, fan di tutto per evitarlo, poi danno la colpa alle opposizioni.
10. Smacchiare il Gattopardo. Problema: siccome i 5Stelle e la destra sono più avanti che nel 2013 e il Pd più indietro, come fare a rifilarci un altro governissimo? Intanto ci fanno credere che il voto è inutile, tanto è già deciso che l’Italia sarà ingovernabile. Ricordiamoci (e ricordiamogli) che dobbiamo ancora votare.
A FRONTE DI COTANTO RAGIONAMENTO
SI INNESCA LA POLEMICA PER L'USO DELLA PAROLA ACIDO o meglio
SCIOGLIERE NELL'ACIDO.
lucia annibali @LAnnibali
Replying to @marcotravaglio
Chi, come me, ha conosciuto gli effetti dell'acido, per sua sfortuna, si augura invece che questo non debba mai accadere a nessuno, nemmeno per scherzo
5:08 AM - 28 Dec 2017
- Paola Barbagallo @paoladelusa 4h4 hours ago
La legislatura è nome astratto ma la fanno persone in carne e ossa. Credo che Travaglio lo sappia bene e fosse consapevole nella offesa pesante.2 replies 0 retweets 10 likes
-
Pensi davvero che si riferisse a questa vicenda?
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Replying to @LAnnibali @marcotravaglio
La rispetto e le esprimo, ancora oggi, la mia vicinanza per l'orrore di cui è stata vittima, ma ritengo che la sua esternazione sia assolutamente fuori luogo, inopportuna e strumentale.
Quando ho letto l'articolo stamani a tutto ho pensato tranne che a lei, era solo una metafora
L'acido è
l'arma della mafia contro i collaboratori di giustizia, di uomini senza
umanità contro donne innocenti. Oggi Travaglio usa l'acido come metafora
per salutare la legislatura dei diritti civili. Violenza genera
violenza
La replica di Marco Travaglio non è di scuse. "Mi spiace che Lucia
Annibali si sia offesa per il mio augurio semiserio che questa orribile
legislatura venga sciolta nell'acido. Non sapevo che anche la parola
"acido" fosse stata proibita dall'Inquisizione del Politicamente
Corretto. In attesa che l'Alto Tribunale comunichi quali vocaboli si
possono ancora usare e quali è meglio di no ("acidità di stomaco", per
dire, sarà offensiva?), il mio unico commento è che non ci sono più
parole. Ma nel vero senso della parola".
La Meli: "L'ordine dei giornalisti va sciolto nell'acido" - Il Giornale
7 apr 2017 - Maria Teresa Meli sarà sottoposta a procedimento disciplinare dall'Ordine dei giornalisti del Lazio per aver detto in febbraio: "L'ordine dei giornalisti va ... sul suo profilo Facebook un appello nel quale lei e altri 70 giornalisti chiedono di all'
Cristiano Minichiello / AGF
Infatti Marco Travaglio, con un tweet di 280 caratteri, afferma: "La legislatura che sta per essere sciolta (si spera nell'acido) è stata una delle peggiori della storia repubblicana. Ma almeno un merito l'ha avuto: offrirci la galleria completa di tutti gli orrori che non vorremmo mai più vedere".
Il punto non è solo non turbare la coscienza - già basterebbe! - di una vittima di una simile violenza. È soprattutto evitare di evocare anche solo a parole l'odio e la stupida violenza. L'abbiamo già vissuto negli anni di piombo, è così difficile far tesoro di eventi che appartengono alla memoria familiare di ogni italiano?
Bisognerebbe, allora, ricominciare a pesare le parole e smettere di cercare la frase a effetto, esagerata e smoderata, spesso - soprattutto nel caso dei rappresentanti politici - soltanto con l'obiettivo di ritagliarsi uno spazio televisivo o un trafiletto giornalistico.
Nell'ultimo anno, sarebbe meglio dire nell'arco degli ultimi decenni, abbiamo assistito a un inaccettabile aumento di parole violente, scorrette e offensive che minano la qualità del confronto civile e istigano all'odio. Lo scorso settembre Beppe Grillo si è scagliato contro i giornalisti: "Vi mangio e poi vi vomito". Tra le varie uscite infelici del fondatore del M5S ne risalta una del 2008, quando sul proprio blog si riferiva al celebre oncologo Umberto Veronesi con l'appellativo "Cancronesi".
Attenzione però: simili toni non appartengono a una forza politica in particolare, ma sono ahimè trasversali. Per esempio, in un'intervista radiofonica di metà dicembre a Radio Capital, il governatore della Puglia Michele Emiliano ha affermato che il cantiere cantiere Tap di Melendugno "sembra Auschwitz", salvo poi rettificare e chiedere scusa per il paragone infelice. Per non parlare poi di Vincenzo De Luca, presidente della regione Campania, che nel settembre dello scorso anno, durante una delle sue consuete interviste a LiraTV, affermò: "Di Maio-Fico-Di Battista? Tre mezze pippe". Per poi continuare con un'affermazione spietata: "Che vi possano ammazzare tutti quanti".
In questa lista di violenza verbale non manca il leader della Lega. Lo scorso luglio infatti un agente di polizia è stato sospeso per aver detto, riferendosi a un immigrato: "Voi che amate la Boldrini, voi che avete voluto questa gente di merda in Italia". A tal riguardo, Matteo Salvini ha dichiarato: "Io sto con questo poliziotto! Altro che sospensione, merita un premio per aver evitato morti o feriti. È la Boldrini che ha sbagliato lavoro".
Questi toni offensivi e violenti sembrano ormai endemicamente diffusi in tutta la società. Asia Argento, paladina delle donne che però le donne le insulta, pubblica lo scorso febbraio su Instagram uno scatto che ritrae Giorgia Meloni di spalle: "La schiena grassa, ricca e senza vergogna, fascista beccata a mangiucchiare".
Che sia ora di darci una regolata? La forma è sostanza. Involgarire il dibattito e il confronto pubblico non fa bene a niente e a nessuno: né agli elettori né ai politici. Ridurre tutto a battibecco di cortile, a chiacchiericcio da mercato, non aiuta nessuno. Riportare la politica sul piano di una comunicazione responsabile significa invece elevarla e restituirle la P maiuscola.
Marco Travaglio 2013
Citarsi non è mai un granché. Ma, siccome mi è capitato spesso di dovermi discolpare per aver usato una metafora funeraria il 22 aprile, giorno dei grandi festeggiamenti per la rielezione di Napolitano, la ripeto qui tale e quale: “Il cadavere putrefatto e maleodorante di un sistema marcio e schiacciato dal peso di cricche e mafie, tangenti e ricatti, si barrica nel sarcofago inchiodando il coperchio dall’interno per non far uscire la puzza e i vermi. Tenta la mission impossible di ricomporre la decomposizione. E sceglie un becchino a sua immagine e somiglianza”.
Citarsi non è mai un granché. Ma, siccome mi è capitato spesso di dovermi discolpare per aver usato una metafora funeraria il 22 aprile, giorno dei grandi festeggiamenti per la rielezione di Napolitano, la ripeto qui tale e quale: “Il cadavere putrefatto e maleodorante di un sistema marcio e schiacciato dal peso di cricche e mafie, tangenti e ricatti, si barrica nel sarcofago inchiodando il coperchio dall’interno per non far uscire la puzza e i vermi. Tenta la mission impossible di ricomporre la decomposizione. E sceglie un becchino a sua immagine e somiglianza”.
1. FILIPPO FACCI CORRE IN SOCCORSO DI MARCO TRAVAGLIO FINITO NEL MIRINO DI "WEBETI" E SOLITI IDIOTI PER AVER SCRITTO CHE QUESTA LEGISLATURA “E’ DA SCIOGLIERE NELL’ACIDO”
2. “IL VIRUS DEL POLITICAMENTE CORRETTO CHE STA INGESSANDO IL NOSTRO MODO DI PARLARE E SCRIVERE NON RISPARMIA NESSUNO.
È INTERVENUTA LUCIA ANNIBALI, SFIGURATA DALL'EX FIDANZATO APPUNTO CON
L'ACIDO E POI POLITICI E CENTINAIA DI CENSORI INTERNETTIANI”
3. “IL VOCABOLARIO DELLE PAROLE VIETATE SI ADDENSA GIORNO PER GIORNO,
NON FACENDO CAPIRE QUANTO SIANO TRASVERSALI I POLIZIOTTI DEL LINGUAGGIO E
QUALI GIORNALI LEGGANO: A PARTE 'REPUBBLICA', OVVIO, CHE AL VERTICE
DELLE CAMPAGNE CRETINE NON MANCA MAI”
Filippo Facci per “Libero quotidiano”
Travaglio
ha scritto «legislatura da sciogliere nell' acido» e in precedenza
aveva usato l' espressione «mongoloidi». E la polizia del linguaggio
l'ha rampognato due volte in poco tempo, cosa che colpisce perché si
tratta di rimproveri ben diversi da quelli che, per esempio, gli abbiamo
rivolto noi per una quindicina d' anni.
Premettiamo
che Travaglio è un personaggio mediaticamente esposto e che perciò le
stesse rampogne le avrebbero potute indirizzare ad altri: ma va detto
che il politicamente corretto in passato aveva annoverato i Travaglio
tra le specie da proteggere, e colpisce anche questo, cioè che il virus
che sta ingessando il nostro modo di parlare e scrivere, ormai, non
risparmia nessuno.
L'esempio
più recente, dicevamo, riguarda un editoriale secondo il quale la
legislatura sta per essere sciolta "si spera nell' acido", ha scritto
Travaglio. È intervenuta Lucia Annibali, coraggiosa donna di Urbino
sfigurata dall' ex fidanzato appunto con l'acido, e ha risposto via
twitter: "Chi, come me, ha conosciuto gli effetti dell' acido, per sua
sfortuna, si augura che questo non debba mai accadere a nessuno, nemmeno
per scherzo". Il che è bastato perché centinaia di censori
internettiani (subito amplificati dai media: il punto è sempre questo)
alzassero il ditino per giudicare indelicata e inopportuna un' uscita
del genere.
LUCIA ANNIBALI
C'è
chi ha ritirato fuori il piccolo Giuseppe Di Matteo, figlio di un
pentito di mafia che infine fu sciolto nell' acido, e insomma, pare che
neanche la parola "acido" si debba più usarla se non parlando del
limone, dello stomaco, dell' acido ialuronico per riempire le rughe o di
quello solforico per sturare i tubi.
Qualche
politico si è precipitato a solidarizzare con Lucia Annibali,
naturalmente. E Travaglio si è dovuto (voluto) abbassare a precisare
l'ovvio, cioè che il suo augurio di scioglimento era "semiserio": come
se fosse stato possibile il contrario. Però ha aggiunto questo: «Non
sapevo che anche la parola acido fosse stata proibita dall' inquisizione
del politicamente corretto».
Ecco,
non lo sapevamo neanche noi, anzi, non lo sapeva nessuno, perché il
vocabolario cambia e si addensa giorno per giorno, non facendo peraltro
capire quanto siano trasversali i poliziotti del linguaggio e, per
esempio, quali partiti votino, o quali giornali leggano: a parte
Repubblica, ovviamente, che al vertice delle campagne cretine non manca
mai.
MARCO TRAVAGLIO E IL POST SULLA LEGISLATURA
DA SCIOGLIERE NELL ACIDO
Ecco,
prima parentesi: "cretine" si può scrivere? No, perché un cretino in
teoria è un affetto da cretinismo, brutta malattia che potrebbe far
soffrire i genitori di qualche cretino patologico. Non è una battuta: in
passato, sullo scrivente, piovvero critiche per aver adottato
l'estressione "cerebrolesi" a proposito di alcuni grillini. S'incazzò un
sacco di gente e anche una onlus che si occupava di bambini
cerebrolesi.
Mentre
a Travaglio, dicevamo, accadde qualcosa del genere il 20 settembre
scorso, quando, rivolto al parlamentare Gianrico Carofiglio durante Otto
e Mezzo su La7, parlando sarcasticamente dei grillini, disse «andate
pure avanti a trattarli come mongoloidi». Posto che lo faremo
sicuramente (la linea politica, sapete) s'incazzarono con Travaglio
varie associazioni "non più disposte a tollerare un linguaggio che
ferisce e offende le oltre 40.000 persone con sindrome di Down e loro
familiari che vivono in Italia", esigendo scuse e chiedendo l'intervento
dell' ordine dei giornalisti.
LUCIA ANNIBALI RISPONDE A MARCO TRAVAGLIO
Il
problema è che è una strada senza fine. Come per i cretini e i
cerebrolesi, anche l'idiota in teoria è la vittima di una patologia che
denota gravi deficit neurologici, e così vale per la stupidità, la
scemenza, l'imbecillità e la deficienza. Ma a parte la difficoltà di
definire politicamente i grillini, appunto, quante volte diciamo "sordo"
e "cieco" a chi non lo è?
Chi
non ha mai detto, magari da bambino, "handicappato", "spastico" o
"paralitico" a qualcuno? Centinaia di associazioni già scalpitano, e
fanno bene, perché nel linguaggio comune, creato per individuare delle
differenze, sarà sempre più facile individuare una discriminazione
proprio nelle differenze.
LA RISPOSTA DI MARCO TRAVAGLIO A LUCIA ANNIBALI
Anche
sulla questione dei "mogoloidi" Travaglio ha cercato pacatamente di
replicare: «Intendevo far notare che si stava trattando assurdamente 8
milioni e rotti di elettori dei 5Stelle come altrettanti handicappati
mentali che votano senza sapere quello che fanno». Ebbene, la
spiegazione per qualcuno è stata peggiore dell' offesa.
Nella
pagina di un'associazione si è letto: "Ma Lei lo sa, Signor Travaglio,
che le persone con sindrome di Down votano?". E qui si torna al discorso
dei grillini ma, soprattutto, alla necessità di difendere Travaglio.
Anche perché noi, a suo tempo, si criticava Travaglio per un' altra
cosa: e su quella non abbiamo cambiato idea.
Travaglio
ha coniato nomignoli per tutti, e molti facevano riferimento a vere
caratteristiche o difetti fisici: di Giuliano Ferrara scriveva "donna
cannone", "donna barbuta", "Platinette barbuto", il suo ex amico Mario
Giordano lo definiva "la vocina del padrone", in sostanza si accodava a
quel Grillo che chiamava Berlusconi "psiconano" o "nano bavoso", e
Romano Prodi cordialmente lo definiva "Alzheimer". Poi vabbeh, oggi
Travaglio è invecchiato e si offende perché Renzi chiama il suo giornale
Falso Quotidiano. Ma non è un' offesa, dài, è solo un lapsus.
TRAVAGLIO-FERRARA BUON'ULTIMA SE NE ESCE SELVAGGIA
(editorialista del FATTO, faccio notare)
Oggi, invece, in difesa di Travaglio si è schierata Selvaggia Lucarelli che ha indirizzato una sorta di missiva all'avvocato sfregiata dall'acido, una lettera pubblicata sempre sul Fatto. "L'utilizzo di una banale metafora - scrive la Lucarelli - che diventa pretesto per tacciare qualcuno di insensibilità è un mezzuccio non da te. Vorrei dire che l’hai sparata grossa, ma a questo punto non vorrei si incazzassero i familiari di chi si è beccato una pallottola o che "stai camminando su un terreno scivoloso", ma poi non vorrei si incazzassero quelli che sono scivolati sul parquet o su una lastra di ghiaccio e così via". L'affondo non è da poco: "Se passa la tua censura - continua la giornalista - chiunque scriva trascorrerà il resto dei suoi giorni a schivare metafore o modi di dire. Tra l’altro, non so se ci hai mai fatto caso, ma si legge spesso di “stupro della Costituzione” o della legalità o di qualsiasi altra cosa, non mi risulta che qualche giornalista sia mai stato bachettato dalle vittime di veri stupri".
Per la Lucarelli, l'uscita della Annibali potrebbe svilire la sua battaglia da "testimone importante della violenza sulle donne". "Cara Lucia - conclude la giornalista - , continua pure la tua sacrosanta battaglia in difesa delle donne, ma ti prego, non scomodare questi argomenti per cavalcare altre battaglie che poco hanno a che fare con le donne e molto con la politica".
Come hanno preso i fan di Travaglio la risposta di Lucia Annibali all’editoriale del Direttore del Fatto
D’altra parte Travaglio ha costruito una carriera su questo modo di scrivere e di raccontare i fatti. Ed è per questo che i suoi fan più accaniti hanno imbracciato la tastiera e stanno ora attaccando la Annibali rinfacciandole, senza mezzi termini, di essere una serva del PD. Risulta estremamente difficile comprendere che ci sono persone sfregiate con l’acido che non hanno alcuna attinenza con il Partito Democratico. E allo stesso tempo “sciogliere nell’acido” fa pensare al brutale metodo mafioso già usato da personaggi come Riina e Brusca. Non proprio due figure da tenere come esempio.Le critiche della Annibali, legittime tanto quanto la libertà di parola di cui godiamo tutti Travaglio compreso, invece non hanno ragione d’essere perché l’avvocatessa si è “svenduta” ed è diventata la marionetta politica di Renzi e della Boschi. Parole molto pesanti nei confronti di una donna che – per non diventare la marionetta di un uomo – è stata sfregiata con l’acido.
Non mancano nemmeno quelle che rivendicano di aver pensato, detto e scritto la stessa cosa (e prima di Travaglio!1) e ci tengono a far sapere alla Annibali di non sentirsi in colpa per niente. Bontà loro.
Lucia Annibali strumentalizza il suo problema per fare politica!1
Travaglio non ha scritto niente di male “la malizia sta negli occhi di chi guarda” scrive un sagace commentatore senza rendersi conto che la Annibali gli occhi ha rischiato di perderli proprio a causa dell’acido.Un altro profilo a cinque stelle propone di fare una raccolta firme per eliminare l’acido: “guai a chi usa o parla dell’acido”. La Annibali invece è “ipocrita” perché “strumentalizza un suo problema”.
Il punto ovviamente non sta nell’usare l’acido (certo usarlo contro le persone è reato) né usare la parola “acido”. Il punto sta nel parlare di “sciogliere nell’acido”. Il punto sta nella violenza contenuta in quella frase. Non sarebbe stato molto diverso scrivere “bruciare nei forni di Aushwitz la legislatura”. Eppure chissà perché Travaglio non lo ha scritto.
Altrove si cerca di spiegare che Travaglio – pur usando parole pesanti – si riferiva al metodo mafioso mentre la Annibali non ha ancora superato il trauma ed è “ipersuscettibile”.
E poteva mancare quella che ha capito tutto e che scrive che quello dell’acido è “un problema personale fra te e 1 ex” e che quindi la Annibali dovrebbe lasciare fuori chiunque non c’entra nulla. Al massimo se vuole potrebbe andarne a parlare dalla De Filippi insomma.
EDIT: Marco Travaglio su Facebook risponde a Lucia Annibali
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