Da “Il governo durerà finché avrà la fiducia delle Camere” a “Il governo governerà”. Da una tautologia a una tautologia, c’è tutto lo stile e la sostanza del Gentiloni-pensiero
ANDREAS SOLARO via Getty Images
La prossima campagna elettorale, il cui discorso pubblico è già partito in nome delle promesse iperboliche, stabilirà se a prevalere alla fine – complice anche la nuova legge elettorale - sarà il regno della tautologia. "Se il governo avrà la fiducia delle Camere, governerà", e il cerchio sarà chiuso.
Filologia, le varianti di un premier: da ‘il governo’ a ‘vi assicuro cari concittadini, che il governo’. Scende pienamente in campo.
La parola del giorno è
Chiasmo
[chià-smo o chi-à-smo]SIGN Incrocio speculare di membri corrispondenti e contigui, specie di un testo
dal latino tardo [chiasmus] mutuato dal greco [khiasmòs] ‘arrangiamento a forma di χ’, dal verbo [khiàzo] ‘faccio una χ’.
“Quelli è Omero poeta sovrano; / l’altro è Orazio satiro che vene; / Ovidio è ‘l terzo, e l’ultimo è Lucano”. Siamo con Dante, scendendo all’Inferno, e arrivati al limbo nel quarto canto, casa dei pagani virtuosi, l’Alighieri ci indica, con un chiasmo, due
grandi
poeti del passato. “Ovidio (nome) è ‘l terzo (aggettivo), e l’ultimo
(aggettivo) è Lucano (nome)”. Questa figura retorica prende il nome
dalla lettera greca khi (χ) per via dell’intreccio dei membri
della frase come delle braccia della lettera: i membri non sono quindi
posti parallelamente tra loro (X Y X Y), ma specularmente (X Y Y X).
L’esempio dantesco è definito chiasmo piccolo perché l’incrocio riguarda parole; logicamente a esso contrapponiamo il chiasmo grande, composto invece da frasi intere. Ecco alcuni versi de La capra
di Umberto Saba. L’autore triestino, raccontando il momento in cui ha
udito l’amara eco della sofferenza universale nel belato dell’animale,
dice: “Questa voce [sentiva / gemere] {in una capra solitaria}. // {In
una capra dal viso semita} / [sentiva querelarsi] ogni altro male, /
ogni altra vita.” Ho usato le parentesi per rappresentare le relazioni
tra membri: tra le quadre i verbi, tra le graffe i complementi
indiretti.
Altra distinzione è quella tra chiasmo semplice e chiasmo complicato. Nel primo caso gli elementi collocati specularmente svolgono le stesse funzioni sintattiche, come nel petrarchesco “pace (oggetto) non trovo (verbo) et non ò da far (verbo) guerra (oggetto)”. In questo caso gli elementi agli estremi (pace e guerra) sono entrambi dei complementi oggetto, quelli interni (non trovo e non ò da far) sono verbi transitivi. Nel chiasmo complicato possiamo avere poi una complicazione di tipo semantico oppure sintattico.
Quella di tipo semantico si ha
quando sintatticamente c’è parallelismo (X Y X Y), ma semanticamente c’è
specularità (X Y Y X). “Più vita ai nostri anni, non più anni alla
nostra vita”, oltre che essere un interessante consiglio, ci rende
chiara la cosa: i membri esterni sono vicini semanticamente
(appartengono al campo semantico della vita), ma non sintatticamente
(“più vita” è complemento oggetto, “alla nostra vita” è complemento di
termine); idem quelli interni. Se le cose stanno al contrario (dunque il
parallelismo è semantico e la specularità è sintattica) si ha una
complicazione di tipo sintattico: in “se è caldo raffreddalo, riscaldalo
se è freddo” abbiamo dei periodi ipotetici, con le protasi ai posti
esterni e le apodosi a quelli interni (se… allora…, allora… se…), ma
semanticamente i membri sono paralleli (caldo, freddo,
caldo, freddo).
No, non è semplice (e non a caso l’hanno chiamato chiasmo complicato).
Tra parallelismi e intrecci viene mal di testa, ma basta un po’ di
schematismo per fugare ogni dubbio: il chiasmo è piccolo oppure grande,
poi semplice oppure complicato. Quando è complicato, la complicazione
può essere semantica o sintattica. La specificità di questa suddivisione
è certamente interessantissima, ma l’importante è altro: semplicemente
riconoscere il chiasmo, stando ovviamente attenti a non perdersi e
ruzzolare tra le curve e gli angoli della χ.
In prosa come in poesia,
notoriamente, si cantano e narrano richiami, riprese, giochi di
intrecci. Non basta conoscere belle parole, ma ne si deve conoscere
anche la bella disposizione. Il chiasmo è ordine e robustezza (in
scultura è quell’artificio per cui a una gamba avanzata corrisponde il
braccio opposto avanzato): inoltre, mentre risponde a quel bisogno, costante, di
equilibrio
e specularità (l’armonia del Canone di Policleto torna non solo nel
marmo, ma anche nelle idee), separa. Rigorosamente l’esterno è con
l’esterno, l’interno col suo dirimpettaio: è con quest’equilibrio di certezza – che anche esteticamente tanto piace – che nasce il chiasmo.
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