Tuesday, February 21, 2017

NUOVI INSULTI





INSULTARE E’ UN’ARTE: DALLA A DI ABOMINEVOLE ALLA Z DI ZOCCOLETTA: ANCHE PER SCEGLIERE LE MIGLIORI PAROLACCE POSSIBILI SERVE UN PO’ DI CULTURA - “BAGASCIA” E’ STATO USATO DA D’ANNUNZIO E GADDA, “CAPRA” E’ INVENZIONE DI SGARBI - INARRIVABILE FUNARI: “SE UNO E’ STRONZO, NON GLI POSSO DIRE STUPIDINO. SI CREA DELLE ILLUSIONI” - VIDEO -




Luigi Mascheroni per il Giornale

RONCORONI COVER RONCORONI COVER
Bisogna sapere parlare bene, quando si parla male. La lingua, come insegnano i proverbi e la Storia, uccide più della spada. Lo sappiamo tutti: è peggio un aggettivo ben assestato che un cazzotto in faccia.

E quindi, per allenarsi a tirare di offese e di oltraggi, ecco un imprescindibile «manuale di pronto impiego», per scegliere le migliori parolacce possibili (Ingiurie&insulti, MondadoriEducation, pagg. 178, euro 12). O perlomeno, per sceglierle con cognizione di causa, di linguistica, di filologia. Insultare, come già insegnava Arthur Schopenhauer, è un' arte.

Scritto da Federico Roncoroni - romanziere e saggista che ha pubblicato vari studi sulla lingua italiana, una laurea in filologia classica e una quindicina di anni di insegnamento nei licei prima di cominciare una carriera da «professore a distanza» come autore di libri di testo - Ingiurie&insulti è uno squisito libretto d' istruzione per conoscere esattamente il significato, l' origine e l' offensività delle singole espressioni, così da usare quella giusta - come se si rovistasse in una cassetta degli attrezzi - per ogni evenienza. E anche per sapere quanto sentirsi offesi da una mala parola, e quanto si può fare davvero male con la dovuta volgarità.

GLI INSULTI FACEBOOK LETTI DA FEDERICA SCIARELLI A CHI L HA VISTO GLI INSULTI FACEBOOK LETTI DA FEDERICA SCIARELLI A CHI L HA VISTO
 
E così, grammatico e pragmatico, Roncoroni mette in ordine alfabetico - dalla A di abominevole, parola antichissima attestata in italiano prima del 1292, alla Z di zoccola, un termine ormai diventato unisex, e che si usa anche per indicare un maschio infedele, mentre per le donne forse è più sexy il diminutivo zoccoletta - un gruppo di parole, più o meno triviali.

SGARBI SGARBI
 
Ognuna, peraltro, segnalata da un colore diverso che ne classifica il livello di offensività secondo la gradazione «poco offensivo» (ad esempio burrosa, che per una donna - penso a una bella milfona - è quasi un complimento), «moderatamente offensivo» (ad esempio qualunquista, che in tempi di populismo imperante è quasi la norma), «offensivo» (ad esempio stop and go, cioè «persona che, durante un atto sessuale, si blocca di continuo, per l' emozione, per problemi funzionali, per sensi di colpa o altro, e ogni volta ricomincia per poi fermarsi di nuovo fino a esasperare il partner o la partner», che più che un lemma sembra una nuova categoria di Youporn), e «molto offensivo» (ad esempio «untuoso», che - per capirci - è quel tipo di uomo col quale una donna non andrebbe neanche fosse l' ultimo maschio rimasto sulla Terra, come si dice. Quindi qualcosa di davvero mooooolto umiliante). Ecco, tanto per sapersi regolare.

troia e puttana gli insulti preferiti contro le donne troia e puttana gli insulti preferiti contro le donne
 
Per il resto, cari i miei tangheri e culone, ciò che serve per parlare male, ma bene, non è la fantasia. Ma la cultura. E qui, fra etimologie, citazioni letterarie (consiglio lo scartarello di Giuseppe Gioacchino Belli) e divagazioni mitologiche (la voce troia riserva ancora sorprese), di colte sconcezze ce ne sono parecchie. A sprezzo di idioti, mona e minus habens vari...

2. CAPRA, NIMBY, FIGADORO
Federico Roncoroni per il Giornale

ARIDO 
 Cercate di non meritarvi mai, donne o uomini che siate, questo epiteto da qualcuno che vi ama o vorrebbe amarvi: più che un insulto è un atto di accusa che suona come la denuncia di una mancanza gravissima e, nel contempo, implica l' ammissione, da parte di chi vi ama, dell' impossibilità di amarvi, perché in voi l' amore, forse non solo per vostra colpa, non attecchisce.

LA REGINA ELISABETTA TWITTA MA VIENE RICOPERTA DI INSULTI LA REGINA ELISABETTA TWITTA MA VIENE RICOPERTA DI INSULTI
 
ARRAPATO 
 È entrato nella lingua italiana scritta alla fine degli anni '50. Deriva dal napoletano arrapà, «arrapare», che nasce dall' uso in senso osceno di rapa, l' ortaggio dalla grossa radice il cui nome nel mondo contadino è utilizzato per indicare il membro virile.

BAGASCIA 
Antichissimo è attestato fin dai primi anni del Trecento , è stato caro a poeti e scrittori di tutti i tempi. Duro ma realistico il quadretto in cui Gabriele d' Annunzio inserisce la sua bagascia: «Cupe finestre ove in attesa/ di prede sta la bagascia/ spandendo sul davanzale/ le sue mammelle/ come pasta che lièviti». Non meno realistico, però più tenero e affettuoso, Carlo Emilio Gadda: «Loderò le plastiche carni delle infarinate Bagasce».

CAPRA 
 È un' ingiuria ad alto tasso offensivo, soprattutto se viene reiterata più volte a gran voce come è uso fare un noto polemista che l' ha resa celebre attraverso la televisione: «Capra! Capra! Capra!» e via urlando fino a che reggono le corde vocali. Come insulto, la parola è il frutto dell' uso figurato e in senso spregiativo dell' ennesimo animale, la capra, da parte dell' uomo (...). Questo è il triste destino degli animali: l' uomo ne metaforizza sempre i nomi scaricando su di essi i propri vizi e i propri difetti.

CIUSCHERO 
 Alticcio, reso allegro dal vino, brillo. È parola scherzosa, che non offende chi è ciùschero davvero perché è contento di esserlo, e ridicolizza, lievemente e quasi benevolmente, chi ciùschero non è e si comporta come tale. Purtroppo è scomparsa dai dizionari.
INSULTARE INSULTARE

FIGADORO Donna che fa la preziosa, perché crede di avercela solo lei o aspetta di concederla all' offerente di maggior valore. È un epiteto ingiurioso di livello medio-alto in quanto non va esente, in chi lo pronuncia, da una certa dose di apprezzamento non per la strenua difesa che la proprietaria fa dell' oggetto bensì per l' oggetto in sé. (...) «Figarotta» invece è usata per indicare una donna che non è più vergine. Di solito viene da chi ha contribuito a rendere la donna quella che è, e magari sputa sull' organo in questione giacché non può più averlo.

GESUITA 
 Il mio babbo che, benché sia nato cattolico e che cattolico volle morire, aveva in uggia monaci, frati e preti di ogni tipo, per spiegarmi che cosa volesse dire essere un gesuita, mi raccontò la storia di un gesuita che, alla domanda se si potesse fumare mentre si prega postagli da un ricco signore della cui «coscienza» non voleva perdere il controllo, rispose: «No, non si può fumare mentre si prega. Però si può pregare mentre si fuma».

insulti insulti
 
ISTERICO 
 La parola deriva, tramite il latino, dal greco hystér, «utero», e nell' utero, nel IV secolo a.C., Ippocrate aveva individuato la responsabilità di quella che considerava una vera malattia: a suo parere, l' organo, se irritato, poteva spostarsi su su fino alla gola e provocare un senso di soffocamento, accompagnato da grida, convulsioni, vomito e aggressività. Per chiari motivi anatomici e fisiologici, l' epiteto dovrebbe essere attribuito solo alle donne.

BREGA 1 BREGA 1
 
LAVATOIO Donna di cui tutti possono godere, sfogando con lei la propria libidine (...). È stato utilizzato, al precipuo scopo di offendere, da un ingeneroso intellettuale uno di quelli usi a sputare nel piatto in cui mangiano , che ebbe a definire «lavatoio sessuale della letteratura italiana» la poetessa e scrittrice Sibilla Aleramo, nota per i numerosi amanti e le numerose amanti.

NIMBY Persona che, pur essendo in linea di massima favorevole alla realizzazione di opere di interesse pubblico discariche, inceneritori e centrali elettriche o nucleari e strutture destinate a centri per immigrati o altro, si oppone alla loro realizzazione nel territorio in cui vive.

FUNARI FUNARI
 
La parola è la sigla di N(ot) i(n) m(y) b(ack) y(ard), «Non nel giardino di casa mia» e stigmatizza, con la giusta dose di disistima, il comportamento antisociale di quanti non vogliono avere fastidi o problemi di sorta anche nei casi in cui si tratta di garantire il bene della collettività.

ZERBINOTTO 
Giovanotto elegantemente azzimato, dai modi affettati e galanti fino al ridicolo. È un epiteto che oscilla tra l' ironia e il disprezzo, ma non scuote la granitica vanità di un tipo umano che esiste da sempre: la parola che lo indica in italiano fa la sua prima apparizione nel 1611 e deriva dal nome di un personaggio dell' Orlando Furioso, l' elegante Zerbino.
SGARBI CATTELAN BREGA SGARBI CATTELAN

Monday, February 20, 2017

NEOLOGISMI 2017

Da 'bullizzare' a 'pitonato', ecco lo Zingarelli 2017: 'petaloso' grande escluso

CRONACA
Da 'bullizzare' a 'pitonato', ecco lo Zingarelli 2017: 'petaloso' grande escluso

Una volta erano le 'maggiorate' adesso è il tempo delle 'curvy'. La donna "che ha forme piene, abbondanti" (questa è la definizione), dopo aver conquistato sfilate e passerelle entra a pieno titolo nella lingua italiana, e si fa spazio nello Zingarelli 2017. E con 'curvy', entrano tra i neologismi accolti dalla lingua italiana 'pitonato', 'antieuropeismo', 'bullizzare', 'stepchild adoption', 'inguacchio', 'salafismo', 'piacionismo'. Non è stato accettato invece 'petaloso', il termine coniato qualche mese fa da un bambino e apprezzato dall'Accademia della Crusca, perché giudicato effimero.
Queste sono alcune delle mille nuove voci e significati entrati nella nuova edizione del celebre vocabolario edita da Zanichelli. Lo Zingarelli 2017 ogni anno accoglie parole, locuzioni nate per innovazioni culturali, tecnologiche e di costume. Come un notaio registra queste nuove forme di espressione, modi di dire, sinonimi che arricchiscono il nostro linguaggio. E vanno a sommarsi alle oltre 145mila voci, 380mila significati che compongono la nuova edizione dello Zingarelli.
Un vocabolario quest'anno all'insegna dell''-anti' con parole come 'antieuro' (che o chi è contrario all'euro come moneta unica dell'Unione europea o come moneta del proprio Paese), 'antieuropeismo' (contrarietà verso l'Europa e la sua politica) e 'antievasione' (di ciò che mira a combattere l'evasione fiscale).
Ma è anche l'anno del 'multi': 'multimarca' (esercizio commerciale che vende articoli di marche diverse), 'multimateriale' (che è fatto di materiali diversi), 'multireligioso' (che è caratterizzato dalla presenza di religioni diverse).
Dall'attualità e dalla politica internazionale sono nate parole ormai fin troppo presenti nelle cronache come 'foreign fighter' (combattente straniero) e 'salafismo' (dottrina e movimento religioso islamico che propugna il ritorno alla purezza originaria della tradizione musulmana, se necessario anche con il ricorso alla jihad). O 'bullizzare' (nel linguaggio giornalistico, sottoporre ad atti di bullismo o di cyber bullismo); 'stepchild adoption' (istituto giuridico che consente al componente di una coppia sposata o unita civilmente di adottare il figlio naturale dell'altro componente).
Che Italia è quelle raccontata dallo Zingarelli 2017? E' quella dei decreti 'svuotacarceri', quella che ha a che fare con l''euroburocrazia' (nel linguaggio giornalistico e politico, gli organismi amministrativi e l'insieme dei funzionari dell'Unione europea); è vittima della 'mediocrazia' (potere rappresentato dall'insieme dei mezzi di comunicazione e di informazione, per la loro capacità di formare e condizionare l'opinione pubblica).
L'italiano del 2017 va agli 'speed date' (incontro di pochi minuti tra più persone organizzato allo scopo di trovare un partner), veste 'pitonato', parla 'strascicato', è afflitto da 'vigoressia' (disturbo di chi ha un culto ossessivo della forma fisica) o da 'piacionismo' (comportamento tipico dei piacioni); ricorre al 'camouflage' (in cosmetica, trucco che copre inestetismi temporanei, come eruzioni di acne, cicatrici, macchie solari).
Insomma è un bell''inguacchio' (lavoro mal fatto, pastrocchio; imbroglio, garbuglio). Consoliamoci con un piatto di 'strangozzi' (pasta lunga a sezione quadrata, a base di farina di grano duro e acqua, specialità della cucina umbra e marchigiana).
A proposito di innovazioni tecnologiche entrano quest'anno: 'dashboard' (applicazione che consente di personalizzare la modalità di visualizzazione dei dati secondo le necessità della loro gestione), 'impastatrice planetaria' ovvero l'elettrodomestico per impastare, il cui braccio ruota contemporaneamente su sé stesso e intorno a un centro esterno, com'è per il moto dei pianeti); la 'nanochirurgia' (chirurgia praticata su elementi o strutture organiche microscopiche, anche singole cellule); il 'doodle' (versione modificata del logo del motore di ricerca Google, utilizzata in occasione di eventi importanti o particolari ricorrenze).
Ma lo Zingarelli 2017 contiene anche 115 definizioni d'autore: da Giorgio Armani a Carlo Verdone il vocabolario della lingua italiana ha invitato alcuni esponenti di rilievo del mondo della cultura, della scienza, dello sport e del costume italiani a scrivere la definizione di una parola che potesse essere rivelatrice della loro personalità e del loro lavoro. Il risultato sono delle riflessioni, punti di vista che posso offrire nuovi modi per comprendere il significato di una voce. E poi il dizionario segnala 3125 parole da salvare come obsoleto, ingente, diatriba, leccornia, ledere, erorare, voci ricche di suggestioni alle quali troppo spesso vengono preferiti sinonimi più comuni ma meno espressivi.

NEOLOGISMI DEL PAPA

Religione

La “lingua nuova” di Papa Francesco che sferza il cuore della gente

Durante il Te Deum il papa ha parlato di «mafiarsi» e «nostalgiare la schiavitù». Sono gli ultimi di una serie di neologismi introdotti nei suoi discorsi




t







Stampa

152 0
«Mafiarsi», «nostalgiare la schiavitù». Papa Francesco, vescovo di Roma, nel Te Deum di fine anno ha coniato due neologismi nella nostra lingua italiana, che evidentemente diventa sempre più sua ù(Corriere della Sera, 2 gennaio).

IL LUNFARDO ARGENTINO
I neologismi sono mutuati molto spesso dal lunfardo, uno slang nato nelle prigioni argentine e diffusosi poi tra il popolo, ha spiegato, tempo fa, Flavio Alivernini, autore di un saggio sulla lingua del Papa, pubblicato sulla rivista Limes: «È stato capace di togliere il dialetto da una periferia geografica e farlo simbolo di una periferia esistenziale» ha aggiunto.

I CONNOTATI DELLA MAFIA
Ecco, è questo il punto. Scagliando un duro monito contro la corruzione, Bergoglio ha detto che  «se la società costringe i poveri a 'mafiarsi' va in miseria». In questo contesto, scrive il Corriere, «mafiarsi», è molto più esistenziale di «entrare nella mafia». «Mafiarsi» indica quasi uno stravolgersi della persona, che da una parte si «estrania a se stessa» e dall’altra si trasforma, prende i connotati della mafia. La parola suggerisce in chi ascolta proprio una torsione esistenziale, prima che sociologica o criminale.

COCCOLARE LA SCHIAVITU'
E che dire di «nostalgiare la schiavitù»? È come se la schiavitù uno la «coccolasse», la «accudisse», la «covasse al caldo» del suo cuore. «Nostalgiare» rimanda all’atteggiamento interiore di chi prova nostalgia, molto più dell’espressione «avere nostalgia», che allude a un’azione in qualche modo più esterna a chi ce l’ha. Qualche giorno prima del Te Deum, il 22 dicembre 2014, tra le quindici malattie che ha secondo lui affliggono la Curia, Bergoglio ha parlato di «martalismo», pensando a Marta, la sorella di Lazzaro e Maria.
IL CELEBRE PRIMEREAR
Sono numerosi neologismi del papa che hanno fatto rumore in questa prima parte di pontificato. Dall’oramai celebre «primerear» (arrivare primi) pronunciato nel corso del viaggio in Brasile per la Giornata mondiale della gioventù del luglio 2013, poi ripetuto in occasione della vigilia di Pentecoste coi movimenti ecclesiali il successivo 18 maggio, a «balconear» (stare al balcone), «ningunear»(confondere), «hagan lio» (fare casino) e altri ancora.
LA RACCOLTA DI MILLA
Ne ha raccolti 17 Jorge Milia, già alunno di Bergoglio quando questi insegnava Letteratura e Psicologia a Santa Fe negli anni '64 e '65, sulle pagine dell'Osservatore Romano (19 novembre 2013). Milia ha ribattezzato i «neologismi papali» in «bergoglismi». Tra tutti ce ne è uno, «probabilmente quello a lui più caro», «misericordiando», che sfugge «anche al lunfardo  perché solo lui, il suo autore, ne detiene la paternità esclusiva. Non ha soltanto a che vedere con la misericordia, che in lui più che una parola è un sentimento, ma c'entra direttamente col suo motto: miserando atque eligendo».
IL GERUNDIO BERGOGLIANO
Milia, incontrando il papa, gli ha chiesto: «Perché 'misericordiando´?». E lui: «Il gerundio latino miserando è intraducibile sia in italiano che in spagnolo. Mi è venuto in mente di tradurlo con un altro gerundio che non esiste: `misericordiando´».
Il blog di Milia, Terre d'America (1 agosto 2014), pubblica in ordine i 17 "begoglismi" di Francesco.
1. Quel Dio cattolico che ci “primerea” sempre
2. Non “balconear” la vita, ma tuffarsi come ha fatto Gesù
3. Una civilizzazione che si è “spannata” ha bisogno della speranza cristiana
4. “Hagan lio”, perché la Buona Notizia non è silenziosa…
5. Quella nullificazione che cancella l’Altro. Non lasciatevi ningunear
6. Quell’invito a “pescar” uno sguardo nuovo sulla società e sulla Chiesa
7. Che pena una gioventù empachada e triste!
8. “Misericordiando”. Dialogo con il Papa su un curioso gerundio
9. Il “chamuyo” di Dio, seduttore ad oltranza
10. Que Dios me banque! Se mi ha messo qui che ci pensi lui
11. Lo spirito del soldato e i generali sconfitti del doverfaresimo
12. “Giocare in attacco”. Le metafore calcistiche di un papa tifoso
13. Cristiani gioiosi e facce da “cetriolini sott’aceto
14. La fiaba cinese dell’abolizione della schiavitù
15. Viandanti della Fede tra scuola e strada
16. Un consiglio ai “trepas” nella Chiesa: arrampicatori, fate gli alpinisti, è più sano
17. “Recen por mi”. Un bergoglismo poco bergogliano? Forse. Ma a forza di chiederlo il Papa ci ha messo il copyright

LA STORIA DELLE COMADRI
Ma non c'è solo «misericordiando». Il settimanale Vita ne ha raccolte diverse in un approfondimento sulle parole del Papa, pubblicato qualche mese fa. Ad esempio, la preghiera «memoriosa», piena di memoria; le «comadri» (ai ginecologi cattolici: «Un tempo, alle donne che aiutavano nel parto le chiamavamo “comadre”’: è come una madre con l’altra, con la vera madre, no? Anche voi siete “comadri” e “compadri”: anche voi»).


"Nostalgioso".
 Il neologismo di Papa Francesco contro il culto del potere nella messa dell'Epifania - See more at: http://www.rainews.it/dl/rainews/media/Nostalgioso-Il-neologismo-di-Papa-Francesco-contro-il-culto-del-potere-nella-messa-Epifania-428a9dd3-13e4-47d4-be8b-d3cb76a12ba8.html