Thursday, November 04, 2021

GRAMMUFFASTRONZOLO

 Vincenzo Monti (il traduttore omerico del “Cantami o diva del Pelide Achille...”), il quale a sua volta lavorò sul Vocabolario della Crusca, scrivendo un suo libro di proposte, e che irrise con ironia aspra Cesari e la sua Crusca veronese. Va bene riusare espressioni antiche di bellezza eterna, ma serve misura, non si può farcire la lingua di anticaglie da museo. In particolare, in lettere private, Monti apostrofò Cesari proprio con uno dei bizzarri termini trecenteschi recuperati nel lavoro di Cesari: grammuffastronzolo.

Si tratta di un epiteto che non rimane il più usato nella storia della nostra letteratura: descrive il grammatico pedante e da strapazzo, e nasce da ‘grammuffa’. Questa è un’alterazione scherzosa di ‘grammatica’ (che naturalmente fa aggio sull’associazione del gran sapere col muffito), e in espressioni come ‘parlare in grammuffa’, o ‘per grammuffo’, racconta un modo di esprimersi impenetrabile, con solennità magniloquente e magari latineggiante. La gratuità della composizione con l’affettuoso diminutivo ‘stronzolo’ chiude meravigliosamente il cerchio, ribaltando in un’ironia immediata e blandamente graffiante chi atteggia una gran levatura…