Thursday, December 19, 2019

CRUSCA STRAFALCIONI 2019

I rilievi della Crusca. Ceretta al linguine e cortelli affilati, ecco gli errori di grammatica più comuni

Oltre alle regole dell’Accademia della Crusca, svarioni e inesattezze sono stati raccolti In occasione della settimana della lingua italiana nel mondo, ecco i risultati più buffi di un’inchiesta sull’uso del nostro idioma



Non solo Crusca

Non solo i rilievi dell’Accademia della Crusca, che arrivano puntuali a mettere i confini della correttezza della nostra lingua. Gli errori di grammatica più comuni sono oggetto di studio da diverso tempo. Qualche mese fa, in occasione della Settimana della lingua italiana nel mondo, il sito Libreriamo.it ha condotto un’indagine per capire quali sono i principali errori grammaticali che commettono gli italiani su un campione di circa 8.000 persone di età compresa tra i 18 e i 65 anni. L’indagine è stata realizzata con la metodologia WOA (Web Opinion Analysis), cioè attraverso un monitoraggio online sulle principali testate di settore, social network, blog, forum e community dedicate al mondo della cultura e su un panel di 30 esperti tra sociologi e letterati . Ecco i principali inciampi rilevati:
 
 
 

Il congiuntivo questo sconosciuto

«L’importante è che ho superato l’esame». Siamo sicuri? Chi parla infatti non supera l’esame di grammatica perché avrebbe dovuto usare il congiuntivo: «L’importante è che io abbia superato l’esame». L’uso dell’indicativo al posto del congiuntivo è un errore molto diffuso: lo fanno il 69 per cento degli intervistati.
 
 
 

Gli o le?

«Gli ho detto che era molto bella». Ahi ahi, era meglio tacere in questo caso: non perché la signora non meritasse un complimento alla sua femminilità ma perché avrebbe richiesto l’uso del pronome «le». I pronomi tradiscono (e vengono traditi) dal 65 per cento degli intervistati.

Evaquiamo l’edificio

«Bisogna evaquare l’edificio»: se è così, meglio correre. Salvare delle vite umane è più importante che salvare la grammatica. Poi però magari, quando l’allarme sarà rientrato, rimettiamo la c al posto della q, per favore. In questo modo avremo reso un servizio profiquo (no, no no: proficuo con la C!) alla lingua italiana. L’uso della C al posto della Q e viceversa è un altro errore molto diffuso (58 per cento)


Qual’è o qual è?

Qual’è l’errore più comune? Questo. Lo commettono tre italiani su quattro fra quelli intervistati (il 76 per cento). «Qual è» infatti si scrive senza l’apostrofo. 


Ne o né

«Non né ho parlato con nessuno». E meno male! Perché la grafia giusta è: non ne ho parlato con nessuno. L’accento si usa solo quando si tratta di una congiunzione negativa mentre in questa frase ha valore pronominale (sta per : di ciò, di questo).



Un po’ o un pò?

Apocope
La grafia più diffusa è un pò con l’accento purtroppo (39 per cento). Mentre quella corretta è con l’apostrofo in quanto po’ è il risultato di un troncamento (sta per «poco»).



Daccordo o d’accordo?

La seconda che hai detto (ma un italiano su tre - il 31 per cento - purtroppo non è d’accordo (e lo scrive senza l’apostrofo!)



Ceretta al linguine

Il 13 per cento degli intervistati poi scrive: «Ho fatto la ceretta al linguine». Ah, sì? Speriamo che non ti abbia fatto male come all’ortografia. La grafia corretta infatti è «all’inguine». Perché di quello si tratta: della «parte anteriore del corpo, corrispondente alla giunzione tra il tronco e gli arti» (dizionario Sabatini Collettini). Mentre le linguìne, plurale di linguìna, sono - come noto - una «pasta alimentare piatta e lunga».
 
 
 

Avvolte si arrabbia

Il 27 per cento degli intervista scrive: «Avvolte si arrabbia». E fa bene, la povera lingua italiana, ad arrabbiarsi, perché a volte, anzi sempre, sarebbe meglio usarle un po’ (con l’apostrofo) più di riguardo.
 
 
 

Pultroppo o purtroppo?

Quasi un intervistato su quattro (l 23 per cento) scrive «pultroppo» con la elle, purtroppo.



Proprio o propio?

«Ti voglio propio bene». Io di più, perché ci metto anche la «erre». Due italiani su dieci (il 19 per cento) invece lo scrivono così.
 
 
 

Il cortello dalla parte del manico

Se volete avere il coltello dalla parte del manico meglio che non usiate la «erre». «Cortello» è un altro degli errori in cui incorrono più di frequente gli italiani intervistati (15 per cento).


Friday, December 06, 2019

PESSIMISTA COSMICO

In conferenza stampa il premier Giuseppe Conte commenta alcune dichiarazioni di Matteo Renzi che dava probabile al 50% una crisi di governo prima della fine della legislatura:
 "E' un pessimista cosmico"


1819/1927 – In questo periodo Leopardi, partendo dalla riflessione sull’infelicità, elabora una “teoria del piacere” secondo la quale “l'amor proprio”, cioè l’amore che ogni persona ha per se stessa è anche la causa della sofferenza; infatti questo amore ci porta a desiderare un piacere infinito, destinato a non poter essere mai interamente soddisfatto e perciò a generare tormento. Scrive nello Zibaldone:

[…] Il vivente... desidera il bene senza limiti. Questo bene in sostanza non è altro che il piacere. Qualunque piacere ancorchè grande... ha limiti... Quindi nessun piacere può soddisfare il vivente... Dunque questo desiderio stesso è cagione a se medesimo di non poter essere soddisfatto (12 febbraio 1821).

Il fallimento dei moti liberali del 1821 mette in dubbio la speranza di Leopardi che sia possibile recuperare una qualche antica felicità attraverso l’impegno civile. Anche per questo la sua attenzione si sposta dal tema della felicità che non si può raggiungere a quello dell’infelicità che non si può evitare.
La conclusione a cui arriva è chiamata “pessimismo cosmico”: anche se l’uomo riuscisse a raggiungere il piacere, questo non compenserebbe mai i mali – la malattia, la vecchiaia e la morte – a cui la Natura lo ha destinato. Dio non esiste, tutto è meccanico e casuale; l’uomo è una delle tante creature che abitano la terra e la Natura non è guidata da un disegno benevolo, non ha a cuore la felicità dei viventi – uomini o animali che siano – ma mira solo a perpetuare l’esistenza del cosmo 
 
 

PENETRAZIONE ASCELLARE

La Sessuologa Rosamaria Spina è intervenuta nel corso del programma “Genetica Oggi” condotto da Andrea Lupoli su Radio Cusano Campus, riguardo il tema del sesso "non penetrativo" e delle pratiche alternative.

Sesso alternativo, parla la sessuologa Rosamaria Spina: "Sempre meno giovani fanno sesso. Ci sono pratiche alternative come la masturbazione reciproca. Alcune persone optano per la penetrazione ascellare, è come se l'incavo simulasse una vagina".

"Dai dati recenti sappiamo che tutte le pratiche legate al sesso con penetrazione sono in forte calo fra i giovani. E' un dato 'allarmante' che però ci fa capire come oggi i giovani considerano il sesso. Da un lato la pornografia ha contribuito in questo creando delle forti aspettative legate alle dimensioni del pene, alla durata della prestazione, che hanno portato i giovani ad un ansia eccessiva nei confronti del sesso fino a farli fuggire dallo stesso."


[à-men]
SIGN Parola che, pronunciata alla fine di molte preghiere, significa ‘così sia’, come sostantivo può voler dire ‘attimo, momento, fine, termine’. Spesso usata per terminare un discorso in modo netto
parola derivata dall'avverbio ebraico [āmēn], 'in verità, certamente'.
…et in saecula saeculorum amen. Non stiamo tanto a girarci intorno, prendiamo due valigie e amen. A che punto state con il progetto? Non ti preoccupare, siamo all'amen.
Una parola semplice, che apprendiamo sin da piccoli, che si vada ad imparare il catechismo, o in moschea o in sinagoga. Già, perché amen è una formula comune alle tre grandi fedi monoteiste. «Amen, amen dico vobis…»


[au-spì-cio]
SIGN Nell'antica Roma, divinazione tramite l'osservazione di eventi naturali, specie il volo degli uccelli; protezione, patrocinio; pronostico, presagio
voce dotta recuperata dal latino [auspicium], da [auspex] 'che osserva il volo degli uccelli', composto di [avis] 'uccello' e [spècere] 'guardare'.
Prendendo in mano questa parola, ricercata ma a buon mercato, torniamo a parlare di antiche pratiche divinatorie. E ci torniamo in un modo buffo, perché il senso con cui la intendiamo è particolarmente pulito rispetto alla portata che il fenomeno aveva nell'antica Roma.
L'auspicio è propriamente la divinazione compiuta da un sacerdote, l'àuspice, che in base all'osservazione di alcuni eventi naturali poteva determinare il favore o lo sfavore della divinità rispetto a un atto da compiere o compiuto.


CHE MONDO E’ SENZA NUTELLA? "CI SONO DENTRO LE NOCCIOLE TURCHE, NON LA MANGIO PIU’. PREFERISCO AIUTARE LE AZIENDE CHE USANO PRODOTTI ITALIANI” - IL LEADER DELLA LEGA SCATENATO IN UN COMIZIO A RAVENNA. LA BATTUTA A UNA SIGNORA: “NON HO FREDDO, STO BENE. POI MANGIO PANE E SALAME E DUE SARDINE E STO ANCORA MEGLIO" 

 

il frotteurismo

il frotteurismo 
è una di quelle che vengono considerate ancora oggi una delle più frequenti. Consiste nello strusciarsi sia rispetto ad oggetti che indumenti, come quelli intimi. Lo sfregarsi su qualcosa porta a piacere sessuale. Nel frotterismo i genitali non si strusciano quasi mai sul partner ma appunto su oggetti e tessuti: su della biancheria intima, sui braccioli di una sedia o di una poltrona e su tutto ciò che può aiutare lo sfregamento fino a raggiungere l'orgasmo. E' una pratica sia maschile che femminile ed è una stimolazione molto potente."

frotteurismo 4

Thursday, December 05, 2019

RETROSCENA PRIVO DI FONDAMENTO



 retroscena privo di fondamento

Quanto riportato nel retroscena in questione è del tutto privo di fondamento. I rapporti tra Beppe Grillo e Luigi Di Maio sono ottimi, confermati dall’ultimo incontro a Roma. Non c’è stato alcun contatto telefonico in questi giorni e quanto riportato è evidentemente frutto di una campagna denigratoria volta ad attaccare e screditare il capo politico M5S, che gode della massima stima e fiducia di Beppe Grillo. A dimostrazione di ciò, l’ultimo video in cui il garante ha nettamente ribadito il proprio sostegno all’azione del capo politico Luigi Di Maio.
Staff Di Maio




[gal-le-rì-a]
SIGN Passaggio scavato attraverso una montagna; passaggio sotterraneo; passaggio coperto; ambiente in cui vengono esposte opere d'arte; collezione; nei teatri, loggione, balcone che sovrasta la platea; loggiato
dal francese [galerie], forse dal latino medievale [galilaea] 'portico, atrio di una chiesa', dal nome della [Galilea], regione della Palestina.


[in-fir-mà-re (io in-fìr-mo)]
SIGN Indebolire, invalidare
voce dotta recuperata dal latino [infirmare], da [infirmus], derivato di [firmus] 'saldo, fermo', con prefisso [in-] negativo.
Se si parla di persone inferme e di infermità, (come anche di infermieri e infermerie) sappiamo tutti di chi e che cosa stiamo parlando. Sono voci che, in tempi diversi ma comunque agli albori dell'italiano, scaturiscono dall'adattamento dell'antico termine latino infirmus, 'non saldo', e si sviluppano quindi intorno a un nocciolo di debolezza, fisica o mentale ma sempre patologica (la grande fatica non mi lascia infermo).

[bràn-ca]
SIGN Zampa di animale dotata di artigli; mano pronta a ghermire, avida; di strumenti che servono per stringere, ciascuna delle due parti che li compone; ramo; rampa di una scala; suddivisione, settore di una scienza o di un'attività
dal latino tardo [branca] 'zampa', forse di origine gallica, dall'ipotetica voce [branka] 'braccio'.
Certi usi pacifici nascondono dei trascorsi combattuti. Ad esempio, parlare di una 'branca del sapere' ci sembra normale, anzi perfino elegante, eppure si tratta di un uso non solo comparso in epoca recente (si parla dell'Ottocento a fronte di una storia continua) ma fieramente osteggiato. Già perché si tratta di un uso sviluppato in francese, che dà un senso diverso e nuovo a un'immagine delle più affascinanti e spaventevoli.

RENZI INCELLOFANA CONTE: ITALIA VIVA PRESENTERÀ UN SUB EMENDAMENTO CHE ABROGA LA PLASTIC TAX E QUELLA SULLE AUTO AZIENDALI. IL PARTITINO DI MATTEUCCIO HA ABBANDONATO I LAVORI IN COMMISSIONE