Tuesday, November 13, 2018

BARDO

Il bardo, nelle filosofie orientali è un percorso che garantisce l'immortalità.
Ora, un po' per scherzo, e un po' no, il governo italiano, lo strano governo italiano, rischia di diventare da giallo/verde a grigio, come il cielo del suo futuro. Lo ha capito bene Berlusconi, che con il suo residuale istinto ha incominciato ad azzannare la preda ferita.
La parola "bardo" deriva direttamente dal termine protoceltico bardus e nella sua accezione occidentale significa alzare la voce. Il bardo però è anche un antico poeta celtico, nel 1500 era un musicista itinerante, il cantore dell'antichità.

In tal senso i due vicepremier Di Maio e soprattutto Salvini sono due moderni bardi alla ricerca dell'immortalità, ed ecco che abbiamo unito occidente con oriente.
Ma allora perché il cielo è grigio? Perché l'idea di mondo e di futuro della Lega è completamente diversa da quella del Movimento 5 Stelle. Orbene, non è ben chiara l'idea di futuro dei 5 Stelle, siamo ancora fermi alla "GaiaDark" di Casaleggio, tra futurismo e fantasy, tra crescita e decrescita felice, tra scie chimiche, cure omeopatiche e lobby gay.
Sintesi che hanno trovato nel contratto di governo, garantito da Giuseppe Conte, che mantiene una visione diametralmente opposta sui temi della giustizia, sulle grandi opere, sul modello sociale e di sviluppo, non c'è un tema comune, se non quelli che i 5 Stelle acquisiscono e subiscono dalla Lega, cioè qualcosa che nasca da un dibattito politico condiviso e che sia frutto di un progetto che attraversa la base delle singole organizzazioni politiche e coinvolga il Paese.
L'unica cosa che li tiene uniti è la costruzione quotidiana, dentro sistemi di storytelling molto semplificati, del nemico. Un giorno le autostrade, un giorno Junker e i burocrati di Bruxelles, un altro giorno la Francia, un altro giorno Saviano e poi Corona, ma alla fine i nemici sono ridicoli. Domenica, abbiamo assistito al ritorno di Gentiloni, un politico che ha contribuito con la sua attività di governo a disperdere metà del consenso elettorale del suo partito. Certo non da solo, ma con la complicità di Matteo Renzi.

Finché a opporsi a Di Maio e a Salvini ci saranno figure come Renzi o Gentiloni, è chiaro che la gente, l'elettorato, l'opinione pubblica, continuerà saldamente a scegliere la Lega e il Movimento 5 Stelle. È tempo per un'intera classe dirigente, al netto dei meriti e demeriti, di sparire.
Non dico il confino, riservato a leader politici di altre epoche, ma almeno un garbato oblio.
Sono proprio loro l'ancien règime, il più grande vantaggio competitivo del governo Salvini/Di Maio, perché a fare del male a questo governo e a delegittimarlo, a metterlo costantemente in difficoltà, ci pensano figure comiche e tragiche come Toninelli, che non ne azzecca una o Casalino, capo della comunicazione del Movimento 5 Stelle e portavoce di Conte.
Casalino è il classico personaggio ossessionato dal suo passato che ogni volta che tenta di rimediare a un danno riesce a trasformare la pezza peggio del buco e non bastano i tentativi di sembrare diversi ma solidali, che ogni tanto abbozza il ministro della Giustizia Bonafede, perché di fronte a domande come quelle di Lucia Annunziata (sempre domenica in TV), non c'è salvezza.
Il Movimento 5 Stelle però non sta crollando nei sondaggi per colpa di Casalino, ma perché sta facendo cose molto diverse da quelle che ha detto e sulle quali ha raccolto migliaia di voti e quando una forza politica arriva ad attaccare i giornalisti come hanno fatto i 5 Stelle nel caso dell'assoluzione della Raggi, significa che sta veramente con le spalle al muro, come ci ha insegnato nella storia Silvio Berlusconi.
Tutto sembra giocare a favore di Salvini, che non viene messo in difficoltà neanche dalla Isoardi, che non viene messo in difficoltà dalle contraddizioni del suo governo e che non viene messo in difficoltà neanche da Berlusconi, insomma nessuno sembra danneggiare Salvini, è il suo momento, il paese è ai suoi piedi, è l'uomo forte.
Ma non lo è per il racconto dei giornalisti, non lo è per la capacità di governo dei suoi amministratori, non lo è per la propaganda del suo partito, ma lo è soprattutto per quattro ragazzi che con lui qualche anno fa hanno deciso di interpretare la modernità nella comunicazione, cioè di disintermediare il rapporto con i media e andare direttamente sull'opinione pubblica attraverso i social media, principalmente Facebook e Instagram.
Attraverso strumentazioni tecniche, mitologica è la "bestia" la piattaforma di letture e rilancio delle info sul web, che mette in relazione il web con i social, ma soprattutto una strategia innovativa che Salvini ha costruito con il suo Social Media Manager, Andrea Zanelli, che in qualche anno è riuscito a portare un reach (numero di individui o account unici che vedono un certo contenuto) sopra ai quattro milioni al giorno. Se considerate che il presidente degli Stati Uniti è appena sopra ai due, capirete da soli la straordinaria azione politica e innovativa fatta da Salvini e dai suoi collaboratori.
Ma aggiungo ancora di più, questa domenica il TG1 delle 20 ha fatto poco più di 5 milioni di ascoltatori, il TG5 poco più di 4milioni, il TG3 poco meno di 2mlioni ed il TG di LA7 poco più di 1milione. Il numero di persone che Salvini ingaggia tutti i giorni se non è superiore poco ci manca ognuno di questi valori, quindi Salvini è diventato il media di se stesso.
Al di là dei contenuti, questo è un dato di fatto indiscutibile e finché non ci sarà qualcuno che analizzerà con cura questo aspetto, lo comprenderà, ne studierà le contromosse, gli urli e gli strilli dai balconi deserti non servono a nulla. Il contrappasso divertente non è che grazie alla rete Salvini si è mangiato Berlusconi, l'età il tempo sono per Berlusconi un attenuante. La cosa più incredibile è che Salvini si sta mangiando il Movimento 5 Stelle che nella rete è nato.
E quindi Matteo Salvini è il nuovo bardo, il cantore della modernità.


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