Tuesday, November 26, 2019

GRIMORIO RESTIO ZECCA...

[gri-mò-rio]
SIGN Libro magico, manuale per evocare demoni e spiriti; libro esoterico
probabilmente attraverso l'inglese, dal francese [grimoire], da [grammaire] 'grammatica', ma anche 'incantesimo'.
Parola fra le più serie, e auliche, e forte di una suggestiva storia millenaria... ma non in italiano. Può stupire, ma non si trova registrata sui dizionari, e il suo uso, oggi largo e diffuso, non ha più di una ventina d'anni, con qualche sporadico precedente in traduzioni dall'inglese e dal francese


[re-stì-o]
SIGN Di animale da tiro o da soma, che non vuole procedere; di qualcuno, che è riluttante a fare qualcosa
dal latino [restare] o [resistere].
Questa parola ha una sorte interessante. Infatti i caratteri dell'immagine da cui parte vengono profondamente trasformati nell'uso che ne facciamo di solito.
È una voce ereditaria, che ci arriva per via popolare dall'antico latino parlato. Si tratta probabilmente del risultato di una derivazione alterata da restare o, secondo alcuni, da resistere.


[zéc-ca]
SIGN Acaro ematofago vettore di diverse malattie; stabilimento statale dove si stampano banconote, si coniano monete, si producono valori bollati
nel primo significato, dal longobardo [zëkka], legato ad una radice di ceppo germanico occidentale [tik] che significa ‘pungere’; nel secondo dall’arabo [sikka] che significa ‘conio, stampo per battere monete’.
Di zecche ne esistono due. La prima è perniciosa e minuscola ed il suo nome proviene dal longobardo zëkka e se la trovi addosso al tuo cane bisogna far bene attenzione a staccarla con delle pinzette speciali. La sua prima attestazione in italiano risale al XIII secolo. Interessante notare come in tedesco la parola sia così simile a quella italiana, zecke. C’è questa radice germanica, tik, che è associata al verbo ‘pungere’ e che ha avuto un’interessante diffusione: ha dato infatti vita a zecke in tedesco, zecca in italiano, tique in francese, tick in inglese; non stupisce, visto che nel passato questo minuscolo essere è stato causa di alcuni dei più micidiali flagelli come il tifo, la febbre tifoide, encefaliti… tutte le lingue unite contro quel fatale morso della creaturina ematofaga! La seconda zecca, invece, riguarda il denaro e, come molti termini antichi legati al commercio e agli scambi, ha origine araba. La sua radice è s – k – k
Questa parola in particolare è entrata in italiano grazie alla dominazione araba in Sicilia: già in documenti del XIII secolo compare infatti il termine ‘sicla’, usato per indicare l’edificio dove si battevano monete. Il passo da ‘sikka’ a ‘sicla’ è ancora sotto esame da parte degli accademici, in ogni caso la parola si diffuse piano piano nella penisola, salendo in latitudine fino ad arrivare in Toscana nel XIV secolo. Oggi la usiamo sia per indicare il luogo fisico dove il denaro è prodotto, sia in espressioni un po’ cristallizzate come ‘nuovo di zecca’ o ‘oro zecchino’. Lo zecchino fu una moneta d’oro battuta a Venezia, 


[sìl-lo-ge]
SIGN Antologia di scritti significativi di uno o più autori; raccolta di scritti scientifici in onore di un autore
voce dotta recuperata dal greco [syllogé] 'raccolta', derivato di [syllégo] 'raccogliere insieme', composto da [syn] 'insieme' e [légo] 'raccogliere'.
Questa parola appartiene a un registro davvero molto elevato. In realtà è in buona compagnia di sinonimi aulici — dal florilegio alla crestomazia — ma rispetto a questi, che sono tutto sommato desueti, si è ricavata delle nicchie molto interessanti.


[ca-sti-ga-màt-ti]
SIGN Strumento che punisce con efficacia e rimette in riga, specie un bastone; persona che con dura autorità sa piegare all'obbedienza
composto dall'imperativo di [castigare] e da [matto].
Nel leggere i significati di questa parola sorgono delle perplessità. Il riferimento ai matti è evidente, quindi il fatto che moltissimi dizionari, anche di pregio indiscusso, affermino che in primis si tratta del bastone che veniva usato nei manicomi per domare

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