Monday, June 29, 2020

SCAZZO

RAFFAELE MORELLI:
"se una donna esce di casa e gli uomini non le mettono gli occhi addosso, deve preoccuparsi” 
"Puoi fare l’avvocato e il magistrato e ottenere tutto il successo che vuoi, ma il femminile in una donna è la base su cui avviene il processo. Il femminile è il luogo che trasmette il desiderio, se le donne non si sentono a proprio agio con il proprio vestito tornano a casa a cambiarsi. Noi uomini siamo più unilaterali, la donna invece è la regina della forma, la donna suscita il desidero e guai se non fosse così”. Lo psichiatra ha quindi esposto le proprie teoria sulla femminilità, ribadendo di fatto quanto già detto. "In una donna - ha spiegato - il femminile è la radice. È presente alle basi dell’essere già agli albori, è un dato ontologico, le bambine giocano con le bambole fin dagli albori”.

Quest'ultima frase ha scatenato l'ira della Murgia: "I maschietti non giocano con le bambole? Perché non gliele diamo. Se gliele diamo magari ci giocano”. Pronta la risposta di Morelli: "Ascolta, i maschi non giocano anche se gliele diamo". Da qui è nato un botta e risposta piuttosto acceso. Da una parte la scrittice che ha chiesto a Morelli di darle del lei "perché non sono una bambina", dall'altra Morelli che ha accusato la Murgia di porgli "domande stupide".

La discussione non poteva finire nel peggiore dei modi. Di fronte all'ennesima spiegazione dello psichiatra su cosa sia la femminilità, i due sono tornati a litigare fino a quando Morelli ha detto: "Sto parlando, stai zitta, altrimenti me ne vado". Chiara la replica della scrittrice: "Se ne vada. Non sta facendo un comizio io le faccio delle domande”. Telefono buttato giù e diretta finita.


Michela Murgia per “la Stampa”



Ci sono giorni epifanici in cui sembra che tutti i fenomeni di una stessa natura si siano dati appuntamento per verificarsi in modo ravvicinato con l' intento preciso di essere visti e capiti insieme. È un meccanismo apparentemente casuale che però produce qualcosa di irreversibile: fino al giorno prima potevi non vedere quello che avevi sotto gli occhi, ma dopo non si può più fare finta di niente. Ieri era proprio uno di quei giorni di confine. In sequenza pubblica sono infatti accadute tre cose che a loro modo si somigliano tutte. La prima è che Guè Pequeno del gruppo rap dei Club Dogo ha attaccato il collega Ghali con critiche riferite all' uso del rosa nel suo abbigliamento.

Secondo il cantante, non consono per un rapper, né per un maschio eterosessuale: «Un artista che va in giro vestito da confetto può andare bene per una sfilata, ma non ha grande credibilità di strada. Io non sono razzista né omofobo, ma vedere un rapper che va in giro vestito da donna con la borsetta mi fa ridere, che poi almeno fosse gay».



La seconda cosa che si è imposta alla discussione pubblica è l' intervista che proprio chi scrive ha cercato di fare ai microfoni di Radio Capital allo psicanalista Raffaele Morelli, affinché spiegasse la frase «se una donna esce di casa e gli uomini non le mettono gli occhi addosso deve preoccuparsi». Nel corso dell'intervista Morelli non solo non ha spiegato la matrice scientifica della sua frase, posto ne esista una, ma ha peggiorato la situazione affermando che "per natura" le bambine giocano con le bambole, mentre i maschietti non lo fanno neanche se gliele danno.


MICHELA MURGIA MICHELA MURGIA

Contraddetto su questo, il professore prima ha gridato "Stai zitta!" e poi ha interrotto l'intervista. La terza cosa a verificarsi nella stessa giornata è stata la più imbarazzante di tutte, perché si è svolta nella cornice istituzionale della Camera dei Deputati. Durante la seduta Vittorio Sgarbi, redarguito per i toni violenti del suo intervento prima dalla collega Bertolozzi e poi dalla vicepresidente Carfagna, le ha apostrofate entrambe con insulti tali da costringere i commessi della Camera a portarlo via di peso a corpo morto mentre ancora inveiva.



Lo schema conduttore di questi tre eventi apparentemente slegati tra loro è sempre lo stesso: c' è un uomo che impersona il modello dominante del suo ambiente - il rapper virile, lo psichiatra nazional-popolare e l'opinionista enfant terrible - e che pretende di dettare quale sia la norma di comportamento a cui gli altri e le altre del suo raggio d'azione devono attenersi. Se non succede, quell'uomo sanziona con violenza chiunque provi a mettere in discussione la sua regola, e che si tratti di uomini o donne non fa alcuna differenza.


sgarbi sgarbi
 

Così accade che nello stesso giorno si debba sentire che nel mondo artistico un maschio non può vestirsi di rosa (perché è femminile, quindi poco serio), nel mondo domestico una bambina non possa giocare con qualcosa di diverso dalle bambole (perché sarebbe maschile, quindi poco consono) e nel mondo politico una donna non possa imporre la disciplina a un uomo, nemmeno se è il suo ruolo istituzionale.



Due indizi fanno una prova, diceva Conan Doyle, figuriamoci tre; ma le prove della violenza del sessismo sono ormai così tante che non vederle è diventata una scelta. È un bene che queste cose stiano accadendo insieme nel mese di giugno, quello in cui in tutta Italia si celebra il Pride, perché mostrano quanto sia ancora necessario ripetere che la normalità umana non esiste e che il rispetto delle differenze di cui tutti siamo portatori è l' unica risposta ai dislivelli di potere e agli stereotipi di genere che ancora condizionano la nostra libertà.
sgarbi sgarbi



Il popolo colorato che sfilerà sulle strade d' Italia in questo fine settimana sembrerà forse una "volgare forma di trasgressione" ad Alessandro Di Battista, ma ce ne faremo una ragione. Sappiamo già cosa dire agli uomini privilegiati che vengono a spiegarci come dobbiamo gestire la nostra esclusione.

VINCENT:
Io adoro questo talento letterario. quando leggo quello che scrive (nei libri) la limpidezza della sua scrittura mi lascia estasiato.
Dopo avr detto questo, come posso dirle che alcune volte le persone fanno ragionamenti esatti ma partendo da presupposti errati poi va a finire che hanno torto e nessuno glielo può spiegare?

Analizzando le parole di Morelli E SOLO QUELLE, non ci sono dubbi che la Murgia abbia torto. Se invece vogliamo prendere in considerazione anche tutte le altre recriminazioni di questa illustre scrittrice, allora diciamo che avevano ragione gli antichi Greci che avevano posto sull'Olimpo dodici divinità che rappresentavano e riflettevano i comportamenti umani. Così Giunone e Vesta la casalinga e il focolare, Venere, la bellezza, Artemide la caccia, Minerva la sapienza possono rappresentare tutti gli umani. E se tu vuoi uscire di casa come Venere darai ragione  a Morelli, se uscirai vergine e cacciatrice come Diana darai ragione a coloro che la pensano al femminile. Michela Murgia quando esce di casa uscirà come Minerva intoccabile nella sua corazza e così sarete tutti contenti.
Io da parte mia sono dalla parte di George Harrison, il famoso Beatles che scrisse

SOMETHING

Il testo e la traduzione di Something
Something in the way she moves –
Qualcosa nel suo modo di muoversi
Attracts me like no other lover –
mi attrae come nessuna altra amante
Something in the way she woos me –
qualcosa nel modo in cui mi corteggia

I don’t want to leave her now – 
Non voglio lasciarla ora
You know I believe her now –

 tu sai che credo in lei ora
Somewhere in her smile she knows –
Da qualche parte nel suo sorriso lei sa
That I don’t need no other lover –
che io non ho bisogno di nessuna altra amante
Something in her style that shows me –
qualcosa nel suo stile che mi rivela

Don’t want to leave her now – 
Che non voglio lasciarla ora
You know I believe her now –

 tu sai che credo in lei ora
Something in the way she knows – 
C’è qualcosa che lei sa
And all I have to do is think of her –
che tutto ciò che devo fare è pensare a lei
Something in the things she shows me –
c’è qualcosa nelle cose che mi mostra

Don’t want to leave her now – 
Che non voglio lasciarla ora
You know I believe her now – 

tu sai che credo in lei ora

e se per caso vi andasse di ascoltarla
su Youtube la trovate qui:

  https://youtu.be/UelDrZ1aFeY


P.S.
Due indizi fanno una prova (e se ricordo bene erano tre) non lo diceva Conan Doyle ma Poirot.
  

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