Saturday, October 17, 2020

GRANCIPORRO

 

Egli è un granciporro, o Cancer Pagurus (in una foto di Hans Hillewaert). Si tratta di un granchione di mare, europeo, specie delle coste atlantiche, e suo davvero malgrado è considerato una specialità ittica prelibata dai gourmand del continente. Perciò rileviamo subito che il suo nome non è un termine desueto, essendo corrente e usato in pescherie e ristoranti, almeno. Però ha qualcosa di fortemente antiquato, no?

Ebbene, questo suo nome, emerso in lingua veneziana come gransiporo, è frutto della composizione del nome del granchio e quello del paguro. Che quel 'granci' parli di un 'granchio' non ci stupisce; è invece curioso che quel 'poro' prima e 'porro' poi sia un'alterazione del greco páguros (letteralmente codaroccia). Il dato interessante è che 'granciporro' è tratto da questo binomio nel Cinquecento, mentre sarà solo nel corso del Settecento che Carlo Linneo ordinerà la tassonomia del 'Sistema della Natura' con binomi latini, e il suo sarà mantenuto come Cancer Pagurus. Peraltro è un nome che al nostro orecchio suona piuttosto fuorviante, non solo per l'abbaglio del 'porro', ma anche perché questo simpatico crostaceo decapode non è parente stretto del paguro: il granciporro è un granchio, il paguro no.

Ora, 'granciporro' può anche essere usato, con un gusto altamente rétro, per significare l'errore madornale, l'abbaglio, lo strafalcione. In effetti, è giusto un sinonimo di 'granchio' nella locuzione 'prendere un granchio'. Dopo aver realizzato che mi sono arrabbiato con la persona sbagliata, posso scusarmi per il gran granciporro che ho preso, posso notare che il sussiegoso commentatore della notizia ha preso un granciporro per la fretta di esprimersi, ma posso anche dire di essermi accorto del granciporro e di essermi corretto appena in tempo.

[gran-ci-pòr-ro]

SIGN Grosso crostaceo; errore madornale

dal veneziano [gransiporo], composto di [granso] ‘granchio’, derivato dal latino [cancer], e [poro] ‘paguro’, derivato dal greco [páguros].

Questa parola vive una sorte peculiare. Infatti, bontà sua, è citata spesso e volentieri come parola desueta 'da salvare', in affreschi che cercano sempre di dipingere la lingua italiana come un castello di sabbia che sta smottando. La realtà è ben diversa — e qui vedremo virtù e limiti del granciporro.

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