Tuesday, March 05, 2019

FANTOZZIANO

Nicola Zingaretti "studia" da vicepremier:
alla prima uscita da segretario Pd sbaglia il congiuntivo
ehehehehe
è una chiara strategia per avvicinare Di Maio

"Vogliamo che i bandi non si interrompino".
e Di Maio:
"E' dei nostri"
 “Filini fissò il campo da tennis per la domenica più rigida dell'anno, dalle sei alle sette antelucane. Tutte le altre ore, man mano che si avvicinava il mezzogiorno, erano occupate da giocatori di casta sempre più elevata.”
 i: Allora, ragioniere, che fa? Batti?
- Fantozzi: Ma... mi dà del tu?
- Filini: No, no! Dicevo: batti lei?
- Fantozzi: Ah, congiuntivo!
  Fantozzi ha centrato il vero o maggiore problema degli italiani col congiuntivo, accentuato nel caso di vadi, un’eccezione radicale, perché è la forma di un verbo in are come andare, che suggerirebbe un andi e invece coniuga il presente congiuntivo (ma anche quello indicativo) con un altro verbo ( vadere, quello che sta in pervadere), il quale, essendo in ere, vuole a (vada). Insomma, il problema non è che gli italiani non sanno (o non sappiano?) che ci vuole il congiuntivo. È che sono (comprensibilmente) molto timorosi di non azzeccarlo, come ci ricorda il “ah il congiuntivo!” ammirato di Fantozzi a Filini. Il fatto è che non ne padroneggiano la forma, specie nei più rari verbi in ere e in ire.
La signora sul tram che dice al telefono “spero che Andrea mangi e parti subito dopo” non ignora che ci vuole il congiuntivo, ma non conosce la forma giusta di quello di partire. Fantozzi ha caricaturato proprio questo punto debole delle nostre competenze linguistiche, l’invadenza dell’uscita in i,
molto familiare anche perché è quella di tutte le seconde persone singolari del presente indicativo (tu mangi, leggi, parti), forse la forma del verbo che, parlando, usiamo di più. Fantozzi ne ha approfittato per chiosare il citato “batti lei” di Filini con “che fa, mi dà del tu?”, perché l’uscita in i è il contrassegno del tu in tutti i verbi.
Di qui un altro gioco con le parole e col loro uso sociale: quello dei pronomi con cui ci rivolgiamo agli altri, oggi sempre più ridotti (non solo in italiano) alla seconda persona singolare.
È giusto ricordare Villaggio non solo per l’esilarante caricatura del piccolo borghese ma anche per quella del suo italiano.


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