Monday, February 10, 2020

MORANDISMO

Il giannimorandismo





L’unico posto al mondo in cui non si erano ancora trovate tracce di Gianni Morandi erano i film sudcoreani. Ma da quando la sua voce è spuntata nel bel mezzo di una scena di «Parasite», fresco vincitore dell’Oscar, intenta a gorgheggiare «In ginocchio da te», il trionfo de giannimorandismo può dirsi completo. La vita di chiunque di noi abbia superato i cinquant’anni è stata punteggiata da questa creatura fuori dal tempo e dallo spazio. Prendi un vecchio Sanremo e c’è già Morandi che canta. Ne prendi uno più recente e c’è Morandi che presenta. Sfogli l’album della maratona di New York e c’è Morandi che corre, con lo stesso sorriso imperturbabile con cui canta, presenta e gioca a calcio: nella Nazionale Cantanti, dove nessuno ricorda di avergli mai visto fare un fallo. E se guardi una fiction per famiglie? Che domande, c’è Morandi. Uguale al Morandi dei «musicarelli» che riempivano i cinema oratoriali del secolo scorso, quando la tv era in bianco e nero, il sabato andava in onda «Canzonissima» e sulle cartoline-voto il futuro estensore del Caffè vergava con calligrafia problematica il nome del cantante preferito da sua nonna: Gianni Morandi. «Scende la pioggia, ma che fa…» Ma che vuoi che faccia? Bagna tutti, tranne Morandi. Uno capace di mettersi in mutande su Raiuno e non sembrare volgare. Persino di sopravvivere ai social: anche Morandi annovera degli odiatori, però i suoi odiano un po’ meno degli altri.
Se rinasco, voglio essere Gianni Morandi. Ma non so se son degno di lui.




[e-mùn-ge-re (io e-mùn-go)]
SIGN Prosciugare, estrarre
voce dotta presa in prestito dal latino [emungere] 'spremere', 
ma anche 'pulire il naso'.

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