Saturday, March 07, 2020

PROSSEMICA

  è la disciplina semiologica che studia i gesti,
 il comportamento, lo spazio e le distanze 
all'interno di una comunicazione, sia verbale sia non verbale.


Da un certo punto di vista siamo come gli animali per quanto riguarda la definizione di un proprio territorio. Quando una persona cerca di invadere il nostro spazio ci sentiamo a disagio e soprattutto ci viene spontaneo cercare di difenderci.
Tante volte capita di giudicare male una persona solo perché l’abbiamo percepita come invadente dato che ha cercato di violare troppo il nostro spazio fisico.
Lo spazio che noi decidiamo di occupare in qualsiasi contesto della nostra vita, manderà a livello inconscio dei messaggi non verbali agli altri.
Pensiamo ad una persona che su un autobus tiene le gambe totalmente appiccicate, questo segno indica che la persona si sente a disagio e ha paura di essere invadente, invece una persona che tiene le gambe aperte è un segno che non ha paura a definire il proprio spazio, anche se alcuni potrebbero percepirla implicitamente come invadente.
Capire come funziona la Prossemica può essere di forte aiuto nelle relazioni sociali, dato che ha un’importante funzione nel giudizio che le persone danno agli altri.

Le 4 Distanze Interpersonali



prossemica
L’antropologo Edward T. Hall elaborò il modello delle distanze interpersonali, che racchiudono le 4 tipologie di distanze che le persone assumono nei rapporti sociali:
  1. Distanza intima (0 – 45 cm)Questo spazio può essere violato solo da persone con cui si ha un rapporto molto intimo e affettivo, come ad esempio un familiare o il partner.
    Prova a pensare ad una persona che si avvicina con la faccia al viso di un’altra persona con tono aggressivo. Implicitamente lo fa proprio per farlo sentire minacciato, senza farsi scrupoli di violare il suo spazio.
  2. Distanza personale (45 – 120 cm)Nel mondo occidentale rappresenta la distanza ideale per buona parte delle interazioni, e coincide con la distanza necessaria per una stretta di mano (Dai la mano a pesce lesso?).
    Solitamente indica che tra i due interlocutori esiste un rapporto di amicizia e confidenza.
    Se il tuo interlocutore non lo conosci possono esserci diverse reazioni violando questo spazio: da una parte potrebbe apprezzare per il fatto che tu voglia avvicinarti a lui, dall’altra potrebbe non apprezzare per il fatto che sei stato troppo invadente nei suoi confronti.
  3. Distanza sociale (120 – 300 cm)Sono le distanze da adottare quando discuti con una persona con cui hai un rapporto formale e permette di trovare una situazione di comfort quando ti ritrovi a dover parlare a colloqui di lavoro o a trattative importanti
  4. Distanza pubblica (oltre 3 m)E’ la distanza che viene adottata nelle conversazioni in pubblico in cui è praticamente impossibile interagire con il singolo.
    Esempi di conversazioni che usano questa distanza sono i comizi, oppure gli spettacoli.

Conclusioni

Quando ci si relaziona con altri è quindi importante riuscire a capire quale sia la distanza giusta da rispettare, in modo da non far sentire a disagio le persone.



L'epidemiologia è la disciplina biomedica che studia la distribuzione e la frequenza delle malattie ed eventi di rilevanza sanitaria nella popolazione. Avvalendosi della statistica, collabora con altre discipline come la medicina preventiva e clinica, la demografia, la sociologia. Si occupa di analizzare le cause, il decorso e le conseguenze delle malattie. Secondo Last et al. (1998) l'epidemiologia viene definita come:
«Lo studio della distribuzione e dei determinanti delle situazioni o degli eventi collegati alla salute in una specifica popolazione, e l'applicazione di questo studio al controllo dei problemi di salute.» 


[an-dà-na]
SIGN Striscia di terreno fra due filari di alberi; banchina, marciapiede; fila di barche ormeggiate fianco a fianco; striscia di fieno falciato che resta sul terreno
forse derivato di [andare], o forse, per la varia diffusione nelle lingue romanze, va ricollegato al latino [ambitus] 'àmbito, cerchio'.
Quando capita di esclamare fra sé «Non credevo che questa cosa avesse un nome!» è sempre un momento splendido. Perché è il momento in cui un elemento magmatico della realtà concreta (che magari conosciamo bene) viene notato in sé, distinto e tagliato, e acquista un'individualità astratta — di quell'astrattezza che è il luogo comune in cui c'è il nostro patrimonio condiviso.
L'andàna è la striscia di terreno libero compreso fra due filari di alberi. Una strada, un passaggio, attraverso cui si va: via aperta, chiusa in mezzo alle piante che, per estensione, può essere limitata lateralmente non solo da alberi, ma anche da botti in cantina, merci che torreggiano in casse. Il suo essere apertura andante si coglie bene anche quando descrive la striscia di falciatura lasciata sul terreno, così come la banchina ferroviaria; il suo essere chiusa ma sempre affacciata ai lati si coglie nelle andane dei moli, in cui le barche sono ordinate fianco a fianco.

No comments: