Thursday, March 12, 2020

TACCUINO

La parola del giorno è

[tac-cu-ì-no]
SIGN Quadernino, blocco note
dall’arabo [taqwīm] che significa ‘almanacco’, dal verbo [qama] che, nella sua seconda forma, generalmente intensiva, [qawwama], assume il significato di ‘mettere nel giusto ordine’, ‘sistemare in ordine preciso’, attraverso il latino medievale [tacuinum].
Questa è una di quelle parole che impariamo a scrivere con particolare attenzione, a scuola. Fa parte di un gruppo di parole capricciose, insieme a ‘cuoio’, ‘acqua’, ‘cuocere’ e molte altre. Ha un suono farraginoso, faticoso: una prima sillaba rapida, occlusa immediatamente dalla doppia c, addolcita dalla desinenza ‘ino’, che noi potremmo scambiare per un suffisso con valore diminutivo, forse influenzati dalle dimensioni contenute dell’oggetto in questione. E invece no, ‘ino’, in questo caso, è la trasformazione di ‘īm’ della parola originaria, taqwīm. Ma come ci è finita, in italiano, questa parola? Ebbene, ancora una volta si deve essere riconoscenti verso la sapienza medica araba. Ma andiamo con il giusto ordine, è proprio il caso di dirlo.
Taccuino arriva in italiano dall’arabo attraverso il latino medievale tacuinum. Fino alla metà del XV secolo, infatti, erano molto diffusi tra le classi aristocratiche, i cosiddetti tacuina sanitatis, una sorta di compendi, di almanacchi medici. Miniati, decorati, illustrati pregevolmente, erano una Treccani dell’igiene e delle buone pratiche per conservarsi la salute in un tempo in cui una carie poteva anche portare alla morte.



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