Sunday, March 20, 2016

TRIVELLACCHIANI

“Trivellacchiani”,
di Marco Travaglio

 

  Brutta bestia, il web che tutto ricorda e nulla distrugge. A parte la reputazione di qualcuno, si capisce. Ieri impazzava un tweet del 21 gennaio 2012: 50 mesi fa tondi tondi – scrive Marco Travaglio sul Fatto Quotidiano nell’editoriale di oggi 19 marzo 2016, dal titolo “Trivellacchiani -. Diceva così: “Oggi a Monopoli ho partecipato alla manifestazione per la difesa del mare Adriatico dai rischi delle trivellazioni”. Avvincente la firma: Debora Serracchiani. La frangetta più sbarazzina del Pd aveva appena sfilato col governatore di Sel Nichi Vendola, col leader dei Verdi Angelo Bonelli e con alcuni europarlamentari. Tutti No Triv sfegatati. Da quel movimento è nato il referendum promosso da 9 Regioni (7 targate Pd) e fissato per il 17 aprile. Nel frattempo però la Serracchiani è diventata governatrice del Friuli e vicesegretaria Pd. E l’altroieri ha comunicato, con l’altro vicerenzi Lorenzo Guerini, che il referendum è “inutile”, dunque il Pd è per l’astensione. Così vogliono Renzi e le lobby retrostanti. Lo stesso Renzi che, sempre nel 2012, voleva rottamare la politica energetica basata sulle trivellazioni per idrocarburi, invocando “investimenti mirati anche di natura pubblica devono essere fatti in settori ancora in fase di sviluppo (come il solare a concentrazione in alternativa al fotovoltaico o l’eolico d’alta quota) là dove è possibile sfruttare le competenze e le eccellenze della ricerca e dell’industria italiana”. Era tutto scritto nel suo programma delle primarie per la segreteria Pd contro Bersani. Ora che è segretario e premier, mica può mantenere le promesse: quelle, com’è noto, sono esche per gonzi.
Quando si ciancia di “antipolitica” e “populismo” per scomunicare le opposizioni che si oppongono, bisognerebbe sempre tenere a mente quel tweet della Serracchiani e quel programma di Renzi. Non c’è nulla di più antipolitico e di populista che promettere qualcosa e poi fare il contrario. Non che sia vietato cambiare idea: purché lo si dica e spieghi. Quando, esattamente, Debora ha cambiato idea sulle trivelle e Matteo sulle rinnovabili al posto delle fossili? Hanno letto ricerche scientifiche? Parlato con luminari? Consultato nuovi dati che smentiscono le convinzioni precedenti? E perché non hanno mai chiesto scusa per aver preso un abbaglio? E perché lo dicono solo un mese prima del referendum? Oltre al merito, poi, c’è il metodo. Quando il governo B., a rimorchio del cardinal Ruini, fece campagna per l’astensione al referendum sull’eterologa, il centrosinistra insorse contro il gesto antidemocratico e diseducativo uguale all’“andate al mare” di Craxi sul referendum elettorale del 1991. (…)



 l'illegale calcolo degli interessi sugli interessi, è stato ripristinato per legge da un emendamento di Sergio Boccadutri approvato giovedì alla Camera - I consumatori: “È l' ennesimo inganno, una polpetta avvelenata per favorire gli esclusivi interessi delle banche e danneggiare i consumatori”…

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