Tuesday, January 16, 2018

16 Gennaio fine dell'embargo

Pánta rheî 
(in greco πάντα ῥεῖ), tradotto in "tutto scorre", è un celebre aforisma attribuito a Eraclito (ma in realtà mai esplicitamente formulato in ciò che dei suoi scritti conosciamo ) con cui la tradizione filosofica successiva ha voluto identificare sinteticamente il pensiero di Eraclito riguardo al tema del divenire,[2] in contrapposizione con la filosofia dell'essere propria di Parmenide.

Interpretazione

La fonte principale di questa attribuzione risalirebbe a Platone, che nel suo Cratilo scrive: «Dice Eraclito "che tutto si muove e nulla sta fermo" e confrontando gli esseri alla corrente di un fiume, dice che "non potresti entrare due volte nello stesso fiume"». Il riferimento è al frammento 91 D.-K. del trattato Sulla natura, dove si può constatare che l'espressione "tutto scorre" non è presente:
« Non si può discendere due volte nel medesimo fiume e non si può toccare due volte una sostanza mortale nel medesimo stato, ma a causa dell'impetuosità e della velocità del mutamento essa si disperde e si raccoglie, viene e va. » 


La parola del giorno è

Proludere

[pro-lù-de-re (io pro-lù-do)]
SIGN Iniziare a parlare; introdurre
dal latino [prolùdere] 'esercitarsi, prepararsi', composto di [pro-] 'prima' e [lùdere] 'giocare'.
Di questa fascinosa parola si può dire qualcosa di facile e cercare di dire qualcosa di difficile.
Il suo significato è piuttosto piano: proludere significa iniziare un discorso, esponendo, narrando. Può anche essere l'iniziare un discorso molto articolato, tanto da diventare un introdurre, anzi accademicamente il fare una lezione introduttiva. Questo cominciare non è però solo un cominciare: l'etimologia ci spiega che c'è un connotato di preparazione, nel proludere, di esercitazione. Il personaggio famoso prolude nel più profondo silenzio della platea; il relatore prolude con una notazione lessicale che renderà più chiaro il prosieguo del suo discorso; e durante la cerimonia ogni intervento è tutto un proludere senza contenuti.
È un significato molto preciso. E viene da domandarsi - ecco il difficile - quale sia la differenza fra 'proludere' e 'preludere'. Dopotutto, in latino i loro omologhi ebbero il medesimo significato di esercitarsi, di prepararsi a una prova - a un gioco. Ebbene, il mantra che ripetiamo è "non esistono sinonimi perfetti". Ma alcune volte cogliere le differenze di sfumatura fra due parole è quasi impossibile: esistono solo degli assestamenti d'uso differenti, quando va bene, e quando va male ci sono solo differenti impressioni. Anche il preludere consiste in un introdurre. Ma possiamo intuire questo: il preludere ha più marcati i tratti di un anticipare, di un introdurre che resta distinto da ciò che viene introdotto. Insomma, fra il preludio e ciò a cui prelude c'è una cesura. Nel proludere no. È un iniziare senza soluzione di continuità col seguito. Il discorso, cominciato nella prolusione, prosegue senza interruzioni. Non so se la risposta sia incontrovertibilmente questa, ma poco importa, quando la domanda è buona. E poche cose affinano il pensiero quanto cercare di cogliere le diversità fra sinonimi.
Ad ogni modo, il proludere rimane un termine ricercato ma piuttosto pronto, ideale per significare quell'abbrivo proprio di esposizioni e narrazioni massicce.
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