Saturday, December 30, 2017

NONLUOGO

Non luogo

L'espressione non luogo non significa, come si potrebbe immaginare, "luogo che non esiste". Significa invece luogo privo di un'identità, quindi un luogo anonimo, un luogo staccato da qualsiasi rapporto con il contorno sociale, con una tradizione, con una storia. In genere, quando si parla di non luogo, si ricordano gli aeroporti, le autogrill, i centri commerciali, le stazioni; tutti luoghi che hanno questa stessa caratteristica, una sorta di anonimato, una riproduzione in serie anche degli ambienti architettonici all'interno del quale quella istituzione è collocata. A usare per primo l'espressione non luogo è stato l'antropologo francese Marc Augé che ha usato, appunto, l'espressione non lieu. Lo ha fatto nel 1992, nel titolo di un suo libro che è stato poi tradotto nel 1996 con il titolo in italiano di Nonluoghi. Introduzione a una antropologia della surmodernità. Da quel momento l'espressione non luogo ha avuto grande successo anche nella lingua italiana e il successo è dimostrato anche dal fatto che è scritta indifferentemente e con un trattino tra "non" e "luogo", e, ancora più spesso, la forma è univerbata, quindi nonluogo scritta in un'unica soluzione. A partire dal 2003 non luogo è entrato ufficialmente come termine prima in un dizionario dei neologismi, e in un secondo momento ha cominciato ad essere registrata anche in tutti i vocaboli della lingua italiana.
© Istituto della Enciclopedia Italiana 



Terò che la prudenza e la ragione Sgombra ipetto le noiose cure; E nonluogo, che sia uicino al mare, E pasce gli occhi altrui de la sua usta: E colui, che di là da l'onde salse - Cerca strani paesi, altre cittadi, - Ben cambia cielo, ma non cambia mente. Ma siam da poco, e ci par d'esser forti E diligenti assai


nonluoghi

Questo sito nacque alla fine del 1999 con l’obiettivo di offrire un contributo alla riflessione sulla crisi della democrazia rappresentativa e sul ruolo dei mass media nei processi di emancipazione culturale, economica e sociale. Per alcuni anni Nonluoghi è stato anche una piccola casa editrice sulla cui attività, conclusasi nel 2006, si trovano informazioni e materiali in queste pagine Web.

Mamma! 

Manifesto della nuova satira

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Siamo un gruppo di donne e uomini nudi, uniti da un impulso creativo inarrestabile: cambiare la storia della satira italiana.
Siamo nudi per il gusto di praticare l’onesta’ intellettuale, perche’ non abbiamo le spalle coperte da nessuno, e perche’ la lana pesante dei vestiti ideologici ci da’ prurito alla fantasia, e ci stimola a spogliarci di ogni preconcetto, per ridere delle contraddizioni di ogni dogma e verita’ “incontestabile”. Ci piace scrivere e disegnare, ma non sotto dettatura, e facciamo fatica a seguire regole diverse dalla nostra libera ispirazione, inseguendo criteri astratti ma potenti come la “vendibilita'” dell’arte o le vaghe e fantomatiche “leggi del mercato” dietro le quali si nasconde la paura di editori e mercanti d’arte che non osano percorrere strade nuove per colpa delle loro braccine corte, e danno a “quello che vuole il pubblico” la colpa della loro vigliaccheria.


 Marc Augé definisce i nonluoghi in contrapposizione ai luoghi antropologici, quindi tutti quegli spazi che hanno la prerogativa di non essere identitari, relazionali e storici. ... Senza però contaminazioni e modificazioni prodotte dal nonluogo.


Viviamo nei non-luoghi, definiti così da Marc Augé nel libro” Nonluoghi. Introduzione a una antropologia della surmodernità“. Gli spazi privi di identità, relazioni e storia: autostrade,  svincoli e aeroporti, mezzi di trasporto, grandi centri commerciali, outlet, campi profughi, sale d’aspetto, ascensori … ecc ecc. Spazi in cui milioni di individui si incrociano senza entrare in relazione, senza entrare in contatto, senza discutere, parlare, guardarsi, dialogare … l’esatto contrario dell’agorà di Atene, culla della democrazia. Sospinti solo dal desiderio frenetico di consumare o di accelerare viaggi e percorsi.
I nonluoghi sono prodotti della società della postmodernità, dove i luoghi della memoria sono  confinati e banalizzati in posizioni limitate e circoscritte alla stregua di “curiosità” o di “oggetti interessanti”. Le differenze culturali sono massificate, in ogni centro commerciale possiamo trovare cibo cinese, italiano, messicano e magrebino. Il mondo con tutte le sue diversità è tutto racchiuso lì.
I nonluoghi sono incentrati solamente sul presente, caratterizzato dalla precarietà assoluta dalla provvisorietà, dal viaggio, dal passaggio e da un individualismo solitario. Le persone transitano nei nonluoghi ma nessuno vi abita.
Nel film “The Terminal” di Steven Spielberg, il protagonista, Tom Hanks, un cittadino di un immaginario stato dell’Europa orientale atterra a New York e dopo aver scoperto che nel suo stato è avvenuto un colpo di stato, diviene improvvisamente un uomo senza nazionalità, e perciò impossibilitato sia a uscire nella tanto agognata New York, sia a fare ritorno a casa, quindi resta prigioniero e si integra perfettamente nel nonluogo.
I nonluoghi  sono presenti anche sulla moneta Euro, con l’effigie di edifici e monumenti privi di identità e di storia, a differenza delle immagini presenti sulla Lira di Caravaggio, Verdi, Montessori, Galileo, Marconi, Colombo …
Gli utenti si accontentano della sicurezza di poter trovare in qualsiasi angolo del globo la propria catena di ristoranti preferita o la medesima disposizione degli spazi all’interno di un aeroporto. Da qui un paradosso: il viaggiatore di passaggio smarrito in un paese sconosciuto si ritrova solamente nell’anonimato delle autostrade, delle stazioni di servizio e degli altri nonluoghi.
 (Villaggio globale, Marshall McLuhan)
 
 

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